lunedì 1 dicembre 2014

"La materia prima fa la differenza. Anche nella Chiesa" di don Cristiano Mauri


"La materia prima fa la differenza. 
Anche nella Chiesa"
di 
don Cristiano Mauri



Di fragile materia ci hanno fatto. Polvere e soffio. Fango e alito.

Uno sbuffo d’aria, un raggio di sole, l’artiglio del gelo. 
Una parola tagliente, un tocco bruciante, uno sguardo obliquo bastano a scombinarci. Nulla siamo e un nonnulla ci disperde.

Chi delira negando l’evidenza e chi accampa una pretesa di consistenza, ma come la crosta del primo inverno. Così poco è il peso che la rompe.

Chi si danna a maledire il Cielo e chi grida a un Destino capriccioso, ma come lo scoppio di un fuoco artificiale. Un attimo misura il suo durare.

Di fragile materia ci hanno fatto, così che il gusto dolce del Buono, il suono discreto del Vero, la luce delicata del Bello, in noi potessero lasciare il loro segno.

E lo splendore caldo dell’Amore riuscisse a ferirci.

Polvere e soffio. Fango e alito. Nulla siamo e un nonnulla ci disperde. Così non si può che essere raccolti, da un Altro.

E non c’è destino altrettanto bello di questo.

Partissimo sempre, tutti e ciascuno, da questa verità nel pensare e nell’edificare la Chiesa. Tenessimo sempre stretta la consapevolezza profonda di essere fatti della stessa identica pasta del mondo mentre ci muoviamo in esso.

Non correremmo il rischio di una Chiesa coi muri alzati, troppo preoccupata di tracciare un confine di distinzione con la realtà, quasi questa fosse una sorta di zona contaminata da purificare.
...

Una Chiesa nuda, debole, povera. Come il Suo Re.

Una Chiesa umana, dall’inconfondibile sapore divino.