Veronesi: quando vedi il cancro nei bambini affermi che Dio non esiste!
Le risposte di Zichichi, Antonelli, Albini, Savagnone e Cheaib
Arturo Paoli: "Il cristianesimo non è un metodo per evitare il dolore, ma per attraversarlo e assumerlo"
Paul Claudel: "Dio non è venuto a sopprimere il dolore. Non è venuto neppure a spiegarlo. È venuto a colmarlo della sua presenza".
"Per me il cancro è divenuto una prova della non esistenza del Signore" (Umberto Veronesi)
Il 17 novembre 2014 "La Repubblica" ha pubblicato un estratto del libro "Il mestiere di uomo” (Einaudi) di Umberto Veronesi, oggi direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia, una confessione autobiografica che ha provocato numerose risposte pubbliche.
"Allo stesso modo di Auschwitz, per me il cancro è diventato una prova della non esistenza di Dio. Ho sviluppato questa convinzione soprattutto all’Istituto nazionale tumori di Milano, dove ogni tanto frequentavo il reparto di pediatria. Come puoi credere nella Provvidenza o nell’amore divino quando vedi un bambino invaso da cellule maligne che lo consumano giorno dopo giorno davanti ai tuoi occhi? Ci sono parole in qualche libro sacro del mondo, ci sono verità rivelate, che possano lenire il dolore dei suoi genitori? Io credo di no, e preferisco il silenzio, o il sussurro del «non so». Perché accade – e per i bambini oggi succede sempre più spesso – che il dubbio diventi concreta speranza e poi guarigione, e quando questo avviene, è pura gioia." (Umberto Veronesi)
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"Caro Veronesi, ti spiego perché Dio esiste..."
la risposta di Antonino Zichichi
"... La scienza ci dice che non è possibile derivare dal caos la logica che regge il mondo, dall'universo sub-nucleare all'universo fatto con stelle e galassie. Se c'è una logica deve esserci un Autore ...
La scienza non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l'esistenza di Dio. L'ateismo, quindi, non è un atto di rigore logico teorico, ma un atto di fede nel nulla. ..."
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Caro Veronesi, il Dio di Gesù Cristo è il Dio della domanda e non l'idolo delle risposte
don Aldo Antonelli
"... Il "Dio" di Gesù Cristo non è il Dio della risposte alle domande dell'uomo, ma il "Dio" delle domande che interpella la coscienza dell'uomo e la sua responsabilità. È il Dio che chiede ad Adamo: "Dove sei?", "Cosa hai fatto?"; ed è il Dio che chiede a Caino: "Dov'è tuo fratello?". Il cristiano, non conosce una strada che aggiri il dolore: conosce piuttosto una strada, insieme con Dio, che lo attraversa (Cfr. Ernst Schuchardt). "Il cristianesimo non è un metodo per evitare il dolore, ma per attraversarlo e assumerlo", secondo le parole di Arturo Paoli (Le Beatitudini) ..."
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Il cancro prova la non esistenza di Dio?
".. da dieci anni frequento come paziente proprio l'Istituto dei tumori di Milano ... Non sento alcun bisogno di disputare con Veronesi o cercare di dimostrare che lui ha torto e io ragione, nel mio credere di credere.
Queste cose non sono un terreno di competizione di idee, è l'aspetto duro della condizione umana che ci accomuna tutti. E i tentativi di risposta sono solo parole, in ultima analisi. Il male resta scandalo e mistero e chi cerca di spiegarlo fa accademia, non ne prova il tocco bruciante e non rispetta coloro che soffrono. La scienza ci spiega con una certa precisione come nascono i tumori, ma conoscere questi meccanismi biologici non ci basta, come non ci bastano le risposte di una religiosità consolatoria.
Veronesi racconta la sua esperienza vitale e in quanto tale la devo rispettare. Tutto quello che mi sento di dire è che, nonostante questi eventi orribili, c'è la possibilità della vita e della guarigione. C'è l'amore che dura, anche quando una persona muore. C'è chi in quell'amore avverte una speranza e un desiderio che la morte non sia l'ultima parola, che le nostre esistenze non vadano perdute. E c'è chi guardando a Gesù di Nazaret trova una scintilla di fiducia in questo amore.
No, la fede non è una risposta a buon mercato. E' la possibilità di una scintilla di fiducia, di un'esperienza vitale di segno diverso da quella di Veronesi. Senza bisogno di contrapposizioni, perché nel rifiutare la morte e nel volere la vita e l'amore siamo tutti uniti, fratelli in umanità. .."
Prendersela con Dio
di Giuseppe Savagnone
"... Gesù esclude che i mali che ci colpiscono siano frutto di nostre personali responsabilità. ... Il male è un mistero terribile davanti al quale la sola cosa giusta che si possa fare è tacere. Cristo non ha fatto commenti edificanti sulla propria passione e la propria morte in croce. Le ha vissute gridando a Dio la propria angoscia. E chi vuole seguirlo deve passare attraverso lo stesso umanissimo smarrimento, che non esclude l’abbandono nelle mani del Padre, ma nel buio di una notte che la fede non pretende di illuminare come un sole splendente (sul modello dell’Illuminismo), ma di rischiarare appena, come fece la stella che guidò il cammino dei magi.
Molti rifiutano il cristianesimo perché lo scambiano per uno schedario di risposte scritte, come dice Veronesi, «in qualche libro sacro del mondo». Riconosco che ci sono stati e in parte ci sono ancora dei credenti che hanno dato adito a questo equivoco. Ma la fede non è una rassicurante raccolta di spiegazioni chiare e distinte. Tutta la tradizione cristiana è concorde nel sottolinearne l’oscurità. Eppure, questo non mi sembra un buon motivo per rifiutarla. Che essa non pretenda di dare spiegazioni esaurienti su tutto è un segno, anzi, della sua umile verità ..."
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Prendersela con Dio di Giuseppe Savagnone
Quando Dio muore di cancro
Una lettera aperta a Umberto Veronesi (Prima Parte)
di Robert Cheaib
"... percepiamo il peso del male nelle sue diverse forme perché c’è un bene, anzi un Optimum, Sommum Bonum, che ci fa percepire la deficienza (nel senso etimologico del termine) della situazione in cui versiamo. Se non ci fosse quel bene, non sentiremmo quella mancanza. Fatto sta, però, che dentro di noi sussiste un richiamo “naturale” a una pienezza che ci interpella continuamente, un desiderio, un “cuore inquieto” che desidera il bene, il bello, il vero, nel grado sommo e ogni realtà che va contro questo lo sentiamo come stonatura.
Se non ci fosse un’impronta del Bene, il male non sarebbe male, sarebbe una parte della natura che segue le sue leggi senza suscitare in noi alcuna reazione. Quello che dico, forse non è una risposta, ma è sicuramente una domanda, un interrogativo che non permette una facile risposta del tipo “il male (il cancro) c’è, allora Dio non esiste”, perché si potrebbe affermare l’esatto opposto: «Quia malum, Deus est». ..."
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Quando Dio muore di cancro. Una lettera aperta a Umberto Veronesi (Prima Parte)
Vivere come se Dio non esistesse, alla presenza di Dio.
Vivere come se Dio non esistesse, alla presenza di Dio.
Una lettera aperta a Umberto Veronesi (Seconda Parte)
di Robert Cheaib
In Cristo, Dio non ha dato una risposta teorica al dolore, Dio si è fatto presenza nel dolore del mondo. A ragione scrive Paul Claudel: «Dio non è venuto a sopprimere il dolore. Non è venuto neppure a spiegarlo. È venuto a colmarlo della sua presenza»
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