Restituire
Prepararsi alla domenica
(XXIX del T.O.)
di Antonio Savone
Alquanto familiare e proverbiale il detto di Gesù riportato dalla pagina evangelica: date a Cesare…. Mai parole più fortunate. Spesso sulle nostre labbra quando siamo sollecitati a ristabilire le parti di un contenzioso. Ancora sulle nostre labbra quando si tratta di stabilire la totale autonomia di un potere politico completamente disgiunto da tutto ciò che attiene all’ambito spirituale: un conto è l’anima, un conto è la vita con tutto il suo ordinamento.
Una prospettiva troppo angusta e riduttiva quella che si risolve nel definire il tipo di rapporto che deve intercorrere tra realtà profane e sfera del sacro, tra politica e religione, Cesare e Dio. La stessa prospettiva degli interlocutori di Gesù. Ma, come già in quel caso, ancora una volta Gesù allarga l’orizzonte. Gesù non aveva di mira di teorizzare l’autonomia delle realtà mondane, o la separazione dei poteri, ma quella di pervenire alle radici stesse del potere.
Ipocriti… Ipocrisia come atteggiamento di chi ha già deciso di non cambiare, di non volersi misurare con la realtà. Atteggiamento di chi vive di parole, vive di riunioni per accordarsi su come misurarsi con un reale che eccede il proprio modo di vedere le cose. La realtà delle cose, così come si presenta, è ciò che destabilizza l’ipocrisia. L’ipocrisia aborrisce l’evidenza. Ma è proprio a questa evidenza che Gesù riconduce gli ipocriti. La moneta di cui dispongono dice che in qualche modo essi riconoscono già un potere.
Gesù – che insegna la via di Dio, come attestano i suoi stessi accusatori – allarga la prospettiva facendo capire che il problema non è schierarsi pro o contro Cesare. Il problema è riconoscere che tutto di te viene da altrove.
Ecco allora l’invito rivolto ai suoi interlocutori di allora e a quelli di sempre a restituire. Non il semplice: date, ma restituite. Che cos’hai di tuo che tu non abbia ricevuto? Tutto ciò che sei, tutto ciò di cui disponi viene da altrove. Restituire… ovvero riconoscere di essere in debito. Verso la vita, verso Dio. Riconoscere che la nostra vita è una rete di debiti. Perciò restituisci quello che hai ricevuto. Restituisci nella e con la vita.
Cesare non è solo lo stato o il potere o la sfera politica. Cesare impersona tutta la dimensione umano-terrena dell’esistenza a cui sono chiamato a restituire ciò che a mia volta ho ricevuto. Che cosa sono disposto a restituire per l’edificazione di quella casa comune che è il mondo, la vita, la storia, le mie relazioni? Il problema scatta quando al Cesare di turno viene attribuita ogni pretesa di signoria. Ecco allora il criterio introdotto da Gesù: restituire a Dio…
Gesù va oltre la questione posta dai suoi interlocutori: Cesare e Dio non stanno sullo stesso piano. E Dio non è un Cesare più grande degli altri Cesari.
Cosa restituire a Dio? Non già delle cose ma me stesso. In me Dio ha impresso la sua immagine quando all’inizio sono stato formato a sua immagine e somiglianza. Gli appartengo, irreversibilmente. Che io ne sia consapevole o meno...
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