giovedì 16 ottobre 2014

OREUNDICI - IL QUADERNO DI OTTOBRE 2014 FEDE E POLITICA - L'EDITORIALE di Mario De Maio IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO - L’AMORE DEL PADRE di Arturo Paoli



OREUNDICI


IL QUADERNO DI OTTOBRE 2014

FEDE E POLITICA



L'EDITORIALE 
di Mario De Maio

IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO

Papa Francesco, rivolgendosi alle giovani coppie in occasione della festa di s. Valentino di quest’anno, le ha invitate a pregare ogni giorno cambiando leggermente le parole del Padre nostro: Dacci oggi il nostro amore quotidiano. Per noi che abbiamo il pane, questa “variante” è quanto mai appropriata. Con una metafora diciamo che l’amore è come il pane, come l’ossigeno che ci nutre, ci fa vivere e respirare. È molto appropriato anche quell’”oggi” che vuol dire che in ogni momento abbiamo bisogno di amore. Amore, questo termine tanto usato e consumato, va inscindibilmente coniugato con il termine relazione. Sono le relazioni, la qualità delle relazioni, che ci permettono di vivere quotidianamente.
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L’AMORE DEL PADRE
lasciarsi amare nel momento della crisi
di Arturo Paoli

Il regno dei cieli può essere paragonato a un re il quale fece le nozze a suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. (Mt. 22). Il rifiuto non lo scoraggia; tenta di farli ritornare sulle loro decisioni, di attirarli, facendoli riflettere: «Badate, avete capito bene? Non si tratta di un lavoro, non è un re crudele che vi invita per farvi un’imboscata. No, è un vero convito». «Ecco, il mio convito è già pronto; si sono ammazzati i buoi e gli animali ingrassati e tutto è pronto: venite alle nozze.» Nessuno può dire di avere rifiutato perché non ha capito bene; il rifiuto è sempre cosciente, perché l’invito è chiaro. Talvolta, nonostante i servitori passino e ripassino per le strade, l’invito non è afferrato. C’è sempre il dubbio: «Ma dirà proprio a me? Chiamerà proprio me?». Il nostro rapporto personale con Dio, la nostra conversazione personale con lui, un rapporto che può andare molto avanti, fino a dargli tutto e non riserbare nulla per sé, comincia nel momento preciso in cui uno si rende conto che proprio lui è chiamato, chiamato per nome. «Dal momento che compresi che c’è Dio, compresi anche che non potevo fare altrimenti che vivere per Lui» (fratel Carlo di Gesù). Dio non è una conquista della mia intelligenza, della mia volontà, il punto di arrivo di un cammino faticoso. Il mio amore è risposta, non iniziativa. 
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Non dimenticare di amare
in modo esagerato:
è l'unica buona misura.


Christiane Singer