sabato 20 settembre 2014

"La carità politica e le periferie esistenziali per una Chiesa povera e dei poveri" di Gianni Mazzillo

"La carità politica e le periferie esistenziali 
per una Chiesa povera e dei poveri"

                di Gianni Mazzillo



Praia a Mare

Marzo 2014





1) Carità come insieme e come humus di relazioni rinnovate dall’amore

La carità è una realtà relazionale, come tale ha una dimensione sociale e deve tendere alla realizzazione nella storia e nella “polis”. Conducono a questi risultati: la considerazione della storiadella salvezza in quanto “salvezza della storia” (dato biblico) e la conseguente ermeneutica dell’agire liberante di Dio nella storia della sua rivelazione. Fondamentale è la categoria teologica del regno di Dio, in quanto realtà di rapporti tesi alla pace e alla giustizia. Ciò è alla base anche della prassi della Chiesa, visibile nella sua vera idealità attraverso la storia dei santi, che contraddistingue anche una storia di carità. È un dato storico innegabile, che procede di pari passo con l’avanzamento qualitativo e l’incremento quantitativo dell’insegnamento sociale dei Padri della Chiesa e del Magistero della  Chiesa. Ciò contribuisce al “depositum” del dato magisteriale in materia sociale.
Ma ciò comporta anche la natura storico-sociale della carità, la quale è nella storia e nella società perché la Chiesa è nel mondo. Di pari passo la carità si realizza nel mondo ed è per il mondo, in quanto mondo di uomini, sicché la sua struttura più profonda è vivere per gli altri, perché proprio essa, la carità, viene da Cristo, cioè dall’amore che caratterizza la Trinità al suo interno (ad intra) e verso gli altri ad essa esterni (ad extra). Sicché la forma più alta della carità è dare la vita per gli altri, mentre normalmente la sua forma socialmente più storicizzata è l’impegno per la giustizia e per la sua realizzazione già su questa terra. 
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Riassumendo si può affermare che povertà, materiale, morale, spirituale, sociale, privazione di beni fondamentali dell’uomo, come la libertà, la dignità, il lavoro, l’affetto, sono già un primo e consistente ventaglio di periferie esistenziali. Ciò che riguarda più direttamente noi è come dobbiamo capire e che cosa dobbiamo fare. Non si tratta di fare qualcosa, o qualcosa in più, ma di vivere nella traccia della carità di Dio, in Dio che è Carità. Tutto ciò impegnando la propria vita e il proprio tempo, il proprio denaro e le proprie risorse  umane e spirituali per gli altri, nel mondo appunto nella nostra storia.Definendo la carità politica un patrimonio in attesa, si vuol dire che abbiamo a disposizione non solo un insegnamento sociale da realizzare, ma, paradossalmente, anche un patrimonio di povertà da condividere e prendere a cuore, non per amore della povertà, ma dei poveri, o meglio degli impoveriti, perché moralmente, economicamente, socialmente privati di qualcosa che appartiene alla loro creaturalità e figliolanza di Dio, all’essere immagine viva di Dio.
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La carità politica e le periferie esistenziali per una Chiesa povera e dei poveri

Giovanni Mazzillo, nato nel 1948, ha studiato a Catanzaro, Napoli (Posillipo) e Würzburg. Ha conseguito il Dottorato presso Elmar Klinger, con una dissertazione dal titolo Subjekt-Sein der Armen in der Kirche als Volk Gottes (Essere soggetto dei poveri nella Chiesa come popolo di Dio). Insegna Teologia fondamentale, Ecclesiologia e Scienza delle religioni presso l’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro. Collabora con la Pax Christi Italia e da alcuni anni è amministratore parrocchiale in Tortora (CS).