domenica 10 agosto 2014

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 37/2013-2014 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino




Vangelo:  Mt 14,22-33





Dopo l'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù "costringe" i suoi discepoli a salire sulla barca e a prendere il largo, barca che - come la casa di Pietro a Cafarnao - è il simbolo della Chiesa e il luogo della fede. I discepoli avrebbero voluto, come nell'episodio della Trasfigurazione (Mt 17, 1-9), fermare quel momento, lasciare la barca in rada, ancorarsi alla fonda a gustarsi in santa pace quel pane che poco prima Gesù aveva moltiplicato, spezzato e condiviso con loro. Ma i discepoli - di ogni tempo e luogo - sono chiamati, anzi "costretti" dal loro Signore alla navigazione d'altura, di notte, in mezzo alla tempesta, sospesi sull'abisso, privi di sicurezze e da soli, senza Gesù. E' la condizione faticosa che Gesù per primo ha sperimentato, la realtà di una esistenza dura che la Chiesa è chiamata a condividere con l'umanità intera, la traversata che essa è "costretta" a fare, nella consapevolezza che non è mai da sola. Il Signore Gesù rimane presente in mezzo ai suoi proprio in quel pane che, come per Elia (1Re 19,1-8), dona la forza che permette di remare fino all'altra riva. 
Gesù è l' "Io-Sono" dell'Horeb, lo Dabar (Parola/Evento) che squarcia le paure della notte e rende sicuri i nostri passi, la mano tesa che ci trae dall'abisso in cui precipitiamo. La morte non si vince se non attraversandola con lui e come lui, per la sua Parola veniamo "costretti" a raggiungere la sponda opposta: è già "la quarta vigilia della notte", l'alba del terzo giorno.