venerdì 22 agosto 2014

"In vacanza: star bene e far del bene" di Marco Pappalardo

D'estate le opportunità di vivere il proprio tempo in modo significativo o superficiale sono davvero tante, soprattutto per i giovani. Qualcuno di loro già si guarda indietro e dice su un social network: «Le vacanze sono iniziate e io ancora non me ne sono accorto»; altri fanno il conto dei mesi che restano prima di ritornare al solito ritmo di studio o lavoro; c'è anche chi fa il countdown verso il meritato riposo.

Pensieri sparsi, persino nostalgici, riflessioni che aiutano a capire l'importanza di un tempo come questo da vivere in pienezza e con la coscienza di un periodo che attraverso le persone, i luoghi, gli incontri, le parole di certo segnerà il ritorno alla cosiddetta routine, come leggiamo in un altro profilo: «Ogni estate rimane marchiata a fuoco nella nostra memoria come l'estate in cui vivemmo un'avventura ben specifica: la casa sull'albero dell'estate 2004, la cotta del 2006, la prima vacanza da soli senza i genitori nel 2010. Sono cose che normalmente succedono d'estate. Si aspetta l'estate per uscire, scoprire, crescere. Poi a settembre si torna alle solite cose, un po' più grandi».

Chi è in vacanza, chi si può riposare, chi si gode le ferie riesce a farlo senza frenesia, senza rischiare dopo la malinconia e affrontando bene il momento? Molti giovani, più di quanti si possa pensare, dedicano parte del proprio tempo estivo al volontariato, organizzando tutto per mettersi a disposizione degli altri, e in tal senso si va dall'oratorio al quartiere a rischio della propria città, dai campi-scuola alle esperienze nei Paesi in via di sviluppo per i più grandi.

Vale la pena sottolineare che non si parla di "martiri" o di "folli", ma di giovani che vogliono "ricrearsi" attraverso queste attività...