martedì 29 luglio 2014

«I poveri mi hanno convertito» intervista ad Alex Zanotelli


Intervista ad Alex Zanotelli 
a cura di Gerolamo Fazzini



«I poveri mi hanno convertito: scrivilo». Finisce sì, con una frase che sa di "testamento spirituale”, l'intervista che padre Alex Zanotelli ha concesso a Credere, nella quale ha rivisitato mezzo secolo di vita missionaria, sempre giocata in prima linea: in Africa (dapprima Sudan, poi Kenya), alla direzione di Nigrizia e, oggi, nel cuore di Napoli.
Il comboniano, che contende a padre Piero Gheddo del Pime la palma del più noto missionario italiano, compirà 76 anni il prossimo 28 agosto e da poco ha celebrato il cinquantesimo di sacerdozio a Verona, poi nel suo paese natale, Livo, in Trentino.

Padre Alex, perché i poveri ti hanno convertito?
«Perché, come spiega papa Francesco, nella mia esperienza missionaria ho toccato con mano che noi annunciamo il Vangelo, ma Dio è già lì, ci precede sempre. Un episodio che non potrò mai dimenticare mi è accaduto a Korogocho, la baraccopoli di Nairobi dove ho vissuto: andavamo a celebrare l'Eucaristia nelle baracche, con i malati di Aids. Una sera arrivo al capezzale di Florence, una ragazza che la madre aveva avviato alla prostituzione all'età di 11 anni; a 15 aveva contratto l'Aids, a 17 stava morendo. La stanza è tutta buia, accendiamo una candela e mi metto a pregare. 
Poi le chiedo: "Florence, chi è il volto di Dio per te oggi?': Lei resta in silenzio, poi il suo viso si illumina in un sorriso: "Sono io il volto di Dio!',' mormora lei, che non era cristiana e non frequentava la Chiesa. Io, sul letto di morte, non riuscirò a fare una preghiera del genere».

Perché ti sei fatto missionario e perché comboniano?
«La mia vocazione nasce da ragazzino in Val di Non. La scelta missionaria è nata all'indomani di un incontro con un comboniano: io ero uno dei peggiori della classe, ma avevo dentro un forte desiderio di donare la vita. Da lì è nato l'amore per Comboni. La mamma, una delle persone più altruiste che abbia mai conosciuto, mi ha appoggiato. Papà, invece, non era molto contento della mia scelta, almeno all'inizio».