sabato 21 giugno 2014

Visita del Papa a Cassano all’Jonio, ancora una periferia che assomma in sé luci e ombre


Dalle periferie alla prima fila. I poveri, gli ammalati, gli ultimi in generale. Saranno loro i principali protagonisti della visita del Papa a Cassano all’Jonio, la quarta in Italia dopo Lampedusa, Cagliari e Assisi. Una visita che il vescovo della diocesi ospitante e segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, definisce «non un modello, ma una modalità»...

Arriva il Papa nel cuore dell’inferno. Nella Calabria del coraggio e dell’ignavia, dove la Chiesa si mostra con due facce: quella oscura e ambigua della collusione mafiosa e quella aperta e sorridente della carità e dell’impegno quotidiano, faticoso e rischioso contro la ‘ndrangheta. Papa Francesco non ha scelto Reggio con la sua Cattedrale, né le Chiese maestose di altri centri della regione, ma Cassano allo Ionio, la diocesi più piccola del territorio, 47 parrocchie e 60 sacerdoti. Ha scelto di affondare le mani nel terrore e nella bestialità che qui si manifestarono la mattina del 20 gennaio. Una Fiat Punto bruciata e tre corpi carbonizzati, un uomo, la sua donna e Cocò, un bambino di tre anni. Vittima innocente di un regolamento di conti, di una faida, di una lotta di potere per il controllo del territorio. Cocò sarà il simbolo, il punto dal quale il Papa “raccoglitore di lacrime”, come lo definisce il gesuita Giovanni Ladiana, vuole ripartire insieme alla Chiesa calabrese...



Il Papa viene a trovarci in un territorio che non è estraneo a un certo tipo di violenza, ma la malavita “non è un appannaggio calabrese”, perché esiste una “globalizzazione del male”. Lo afferma il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Nunzio Galantino, che presenta i motivi della visita di Papa Francesco in Calabria...