Giornata mondiale del rifugiato
20 giugno 2014
“Una storia dietro ogni numero”
'Ogni storia merita di essere ascoltata' (testimonial Giorgia)
Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, appuntamento annuale voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che da oltre dieci anni ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione, spesso sconosciuta ai più, di questa particolare categoria di migranti.
Con la Giornata Mondiale del Rifugiato l’UNHCR vuole invitare il pubblico ad una riflessione sui milioni di rifugiati e richiedenti asilo che, costretti a fuggire da guerre e violenze, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era parte della loro vita. E soprattutto non dimenticare mai che dietro ognuno di loro c’è una storia che merita di essere ascoltata, storie di sofferenze, di umiliazioni ma anche storie di chi vuole ricominciare a ricostruire il proprio futuro.
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Nessuno di voi, probabilmente, sa che cosa significhi essere un rifugiato. Meglio così. Chi vorrebbe sapere cosa significa dover lasciare casa propria una notte, senza prendere nulla, per aver parlato con la persona sbagliata? E non tornare più indietro. Non avere un numero di telefono su cui chiamare tuo figlio. Chi vorrebbe sapere quanto può far male una goccia d’acqua, che cade continuamente sulla tua schiena, per ore, giorni, mentre tu vieni tenuto sveglio con musiche assordanti, ripetute per uccidere il tuo desiderio di cambiare? O ancora cosa significa perdere tuo padre per una bomba lanciata a caso, lasciare tua sorella agonizzante nel mezzo di un deserto, perdere la salute in una prigione lontana da tutti, maledire l’acqua dopo un viaggio alla deriva nel mare? E il tutto in una sola vita, in pochi anni sparsi nel mezzo della giovinezza, di quando noi celebriamo le estati, passiamo i pomeriggi a studiare, a sognare di diventare grandi, di viaggiare.
Nessuno di noi vuole saperlo veramente, perché saperlo significa provare a sentirlo. Preferiamo difenderci dietro lo schermo della compassione, dietro alla paura o, perché no, dietro all’ammirazione. Emozioni e sentimenti che allontanano. Che, soprattutto, non cambiano le cose. O meglio che possono farlo solo mettendo in moto altro: creatività, determinazione, responsabilità. Per questo oggi dobbiamo parlare in modo diverso di rifugiati, di migrazioni in generale.
Lo faremo in tre modi.
In primo luogo raccontando la creatività...
La seconda arma è quella della determinazione...
La terza parola, forse la più importante, è responsabilità...
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“Il mondo sta già affrontando tre crisi di proporzioni devastanti che hanno trasformato milioni di studenti, agricoltori e commercianti in rifugiati”, ha dichiarato il Direttore Esecutivo del WFP, Ertharin Cousin, il giorno dopo la sua visita al campo rifugiati di Zaatari in Giordania. “Con la ripresa delle violenze in Iraq, il mondo deve ricordare che conflitti come quelli in Iraq, Siria, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana non solo distruggono la vita di coloro che fuggono, ma gravano anche sulle risorse, spesso limitate, delle comunità che li accolgono. La Giornata del Rifugiato ci offre un’altra occasione per ricordare al mondo queste sfide”...