giovedì 12 giugno 2014

Emergenza immigrati in Sicilia la Chiesa spalanca le porte per dare accoglienza

È emergenza! Una situazione insostenibile, programmata male e destinata a finire peggio. È questo il bollettino di un sistema – quello dei Centri di accoglienza – destinato al collasso. Con tutta la buona volontà profusa per dare ai migranti le cure di primo soccorso e garantire il rispetto della loro dignità, non si possono fare miracoli. Ecco che allora si mobilitano le strutture religiose, in particolare le parrocchie locali, tra cui quella di San Gaetano nel difficile quartiere di Brancaccio, dove operò il mai dimenticato Padre Pino Puglisi. Anche la Caritas diocesana si è prontamente attivata mettendo dei locali a disposizione dei numerosi immigrati giunti nel Porto di Palermo con l’imbarcazione “City of Sidon”. Tra i profughi, 120 donne, tra le quali alcune in stato di gravidanza, 19 minorenni e purtroppo, anche dei decessi. Durante la traversata del canale di Sicilia, stando ai fatti dei testimoni, la tragedia ha coinvolto tre immigrati deceduti durante le manovre di primo soccorso. Interviene anche l’Onu tramite il portavoce del Palazzo di Vetro, che precisa: “La questione degli immigrati nel Mediterraneo non è un problema che il Paese può affrontare da sola. 
L’Italia sopporta un peso molto grosso, ma è solo un punto di entrata dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Per questo non può esserci solo una risposta nazionale, ma serve una risposta internazionale”. Nel frattempo, ai migranti soccorsi in Sicilia si sommano i 1.300 sbarcati a Taranto e salvati dalle acque del Mediterraneo, all’interno dell’operazione “Mare Nostrum”. Siria, Marocco, Somalia, Gambia, sono questi i luoghi di provenienza dei numerosi migranti coinvolti. Guerre, carestie, fame, dittature e soprusi sono tra le cause principali che incentivano gli extracomunitari a lasciare la terra d’origine per una via di salvezza. La comunità europea tutta è chiamata all’arduo compito di regolarizzare un apparato che ha crepe da tutti i lati. È un dovere che come uomini è necessario portare a compimento. Ledere ulteriormente i diritti di chi è continuamente vessato dalla vita è un crimine contro la dignità. (fonte: GLOBUS Magazine)



In Sicilia è ripresa l'emergenza sbarchi. Soccorsi in soli due giorni 8000 immigrati.
"Come Chiesa di Palermo abbiamo spalancato le porte accogliendo in alcuni locali della Caritas e nelle parrocchie della Diocesi, i migranti appena sbarcati. Inoltre, con la Prefettura, alcuni centri di accoglienza e la Protezione Civile, abbiamo fornito cibo e vestiario". Nel racconto di don Sergio Mattaliano, direttore della Caritas di Palermo, tutta la forza e la determinazione degli uomini di buona volontà capaci di incarnare e vivere lo spirito di accoglienza di cui Papa Francesco si fa portavoce. Ma la Sicilia e la sua Chiesa non possono essere lasciate sole.

Chiese aperte a Palermo

I 59 migranti, quasi tutti eritrei, sbarcati ieri al porto di Palermo, hanno trascorso la notte ospitati al «Centro Santa Rosalia» della Caritas diocesana e in alcune brandine, allestite in regime di emergenza, all’interno della chiesa San Carlo. Dopo questa prima fase di urgenza, i migranti già stamattina sono stati trasferiti tutti all’interno dei locali del centro di accoglienza straordinaria«Santa Rosalia», liberando di fatto i locali della chiesa.
Ai 59 migranti, quasi tutti eritrei, fatta eccezione per quattro siriani, si aggiungono le 16 donne migranti già presenti in struttura: per un totale di 75 persone.
Considerata l’emergenza il direttore don Sergio Mattaliano ha così espresso alla prefettura la disponibilità ad allargare i posti per l’accoglienza straordinaria nel centro, che da 40 potrebbero di fatto diventare 80.
Oltre al riparo notturno, a tutti loro sono stati offerti servizi e beni di prima necessità: la prima colazione, docce e servizi igienici, pasti, vestiti puliti e scarpe comode.
Sono ore frenetiche quelle in cui sono impegnati i volontari e gli operatori del centro Santa Rosalia per cercare di rispondere ai bisogni di queste persone.
Un lavoro faticoso che vede in campo assistenti sociali, psicologi, volontari e operatori addetti alla cucina e alla pulizia. Solo ieri, per esempio, al Porto sono stati distribuiti 800 panini a migranti e operatori e cucinati 350 pasti a pranzo e 400 a cena...

Accogliere e donarsi , queste sono le parole chiave con cui don Sergio Mattaliano si è attivato in queste ore per rispondere all’emergenza dovuta all’arrivo dei migranti di sabato scorso e ieri.
Naturalmente, però, si appella a tutta la cittadinanza perché, per rispondere nel modo migliore, occorre potenziare il numero di volontari considerato che gli operatori stabili sono pochi. 

Palermo, la Curia apre le porte delle chiese ai migranti