sabato 7 giugno 2014

Alla vigilia della Solennità di Pentecoste e dell'invocazione di pace...


Che Papa Francesco credesse nella potenza della preghiera si era capito dal settembre 2013, quando organizzò un momento spirituale universale per impedire che la situazione in Siria precipitasse fino allo scoppio di una guerra mondiale.
Ora il Vescovo di Roma ci riprova, e quella pace tra Israele e Palestina che strategie diplomatico-politiche non sono riuscite a raggiungere in tanti anni, il Papa la chiede direttamente al “Principe della Pace”. In questa invocazione, il Pontefice coinvolge anche i presidenti Mahmoud Abbas e Shimon Peres, invitati, due domeniche fa - durante la sua visita in Terra Santa - nella sua “casa” in Vaticano per un incontro di preghiera. L’iniziativa, ribattezzata “Invocazione per la Pace” si terrà quindi nel tardo pomeriggio di domenica 8 giugno, Solennità di Pentecoste...
“Il Santo Padre – ha rimarcato il Custode di Terra Santa - non vuole entrare in questioni politiche del conflitto israelo-palestinese che tutti ormai conosciamo nei minimi dettagli…”. Vuole, però, “riaprire una strada chiusa da tempo”, “far sognare” e risvegliare nell’animo di ognuno il “desiderio di pace”. “Nessuno ha la presunzione di credere che dopo questo incontro scoppi la pace in Terra Santa”, ha precisato il francescano; tuttavia, “l’attesa è alta: in tutti c’è la speranza che qualcosa cambi perché tutti sono stanchi” dei tormenti causati dalla mancanza di pace tra i due Stati...
Un momento storico senza precedenti, dunque. Attenzione però a definirlo una “preghiera interreligiosa” tra ebrei, cristiani, musulmani. L’evento – ha specificato padre Pizzaballa – sarà una “invocazione di pace che palestinesi e israeliani fanno a Dio”. Naturalmente non sarà “un momento liturgico”, data l’impossibilità di un atto comune tra le diverse religioni. La definizione più esatta è quella data dal Custode di Terra Santa: “Sarà un’invocazione comune, in cui non si prega insieme ma si sta insieme per pregare”.
All’incontro saranno presenti anche il rabbino Abraham Skorka e l’esponente islamico Omar Abboud, entrambi argentini, entrambi amici di lunga data di Bergoglio, che li ha voluti con sé nel suo pellegrinaggio nella Terra di Gesù. Non ci sarà invece Benedetto XVI, che – ha spiegato Lombardi - accompagnerà l’incontro con una sentita preghiera, “come tutti coloro che si rendono conto dell’importanza di questo evento”.

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Alla vigilia della Solennità di Pentecoste e dell'invocazione di pace, ci guida l'esortazione di Papa Francesco che ci sprona a: 
  • essere docili allo Spirito Santo, che ci rende capaci di diventare "artigiani della pace",
 e... 
  • "pregare forte" perché venga la pace!!!.

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Non è da considerare solo un momento di richiesta del dono della pace. E’ una convocazione spirituale e morale per tutti”. Sergio Paronetto, vice presidente nazionale di Pax Christi, commenta ai nostri microfoni l’invito di Papa Francesco ai Presidenti di Israele e Palestina a pregare in Vaticano per la pace in Terra Santa il prossimo 8 giugno.
“Spero sarà una occasione capace di suscitare l’ascolto reciproco, in modo da realizzare una forma di disarmo mentale ed emozionale. Un disarmo dalle paure, della ossessioni, dai pregiudizi, dalle arroganze, dai fanatismi. Bisogna risvegliare le energie della famiglia umana, riscoprendo la nostra carta di identità relazionale. Come scrive David Grossman - ricorda Paronetto - bisogna risuscitare la persona dentro le armature”.
Indicativa la data scelta per l’incontro, che cade nel giorno della Solennità di Pentecoste: “La pace è una persona, - ripete spesso Francesco – è lo Spirito Santo”.
Paronetto invita a riprendere in mano, nei giorni di preparazione, il libro del cardinal Martini Verso Gerusalemme, in cui si ricorda che “la preghiera per la pace è una preghiera di intercessione, nel senso biblico di ‘fare un passo in mezzo', mettersi in mezzo alle parti in conflitto, senza maldicenza, abbandonati al soffio dello Spirito”.