venerdì 30 maggio 2014

"Essere coraggiosi nella sofferenza ed avere il seme della gioia" - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
30 maggio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 



Papa Francesco:
"La vostra tristezza si cambierà in gioia"

“La vostra tristezza si cambierà in gioia”. La promessa di Gesù ai suoi discepoli è stata al centro della Messa mattutina di Papa Francesco a Casa Santa Marta. Nella sua omelia, il Pontefice ha come intonato un inno alla gioia cristiana, che, ha osservato, non si può comprare ma solo ricevere come dono del Signore. La gioia dei cristiani, ha detto ancora, è la “gioia in speranza”

... “Essere coraggioso nella sofferenza e pensare che dopo viene il Signore, dopo viene la gioia, dopo il buio arriva il sole. Che il Signore ci dia a tutti noi questa gioia in speranza. E il segno che noi abbiamo questa gioia in speranza è la pace. Quanti ammalati, che sono alla fine della vita, con i dolori, hanno quella pace nell’anima… Questo è il seme della gioia, questa è la gioia in speranza, la pace. ‘Tu hai pace nell’anima nel momento del buio, nel momento delle difficoltà, nel momento delle persecuzioni, quando tutti si rallegrano del tuo male? Hai pace? Se hai pace, tu hai il seme di quella gioia che verrà dopo’. Che il Signore ci faccia capire queste cose”.

Commento di Christian Albini
In questa omelia, papa Francesco legge la Parola con il realismo della fede cristiana.
La gioia non c'è, non si vede in tante, troppe, situazioni della vita segnate dal dolore, bisogna riconoscerlo.
Questa constatazione sfugge a due estremi egualmente dannosi e non evangelici. Uno è quello di una fede sentimentale, emotiva, di una visione edulcorata dell'esistenza. La fede è anche dramma, ha una componente di agonia, di lotta, perché così è la vita posta sotto la minaccia del male. L'altro estremo è quello di chi vede il dolore come qualcosa di positivo, da accettare, come se Dio lo mandasse per santificarci. Qui siamo ai confini della bestemmia: è come dire che le tragedie, i mali, sono espressamente voluti da Dio. Lui può forse volere la morte di un bambino e lo strazio dei genitori?
Il realismo cristiano è che il dolore c'è, la gioia non si vede, ma noi lottiamo per conservare la speranza, per continuare ad avere fiducia, a credere nella vita e nell'amore quando sembrano totalmente smentiti.
E' la promessa di Gesù, la promessa della Pasqua. Una promessa che costa e non ha niente di facile o consolatorio. E' la Parola che sempre ce l'annuncia e noi ci esercitiamo nella perseverenza ad accoglierla mediante l'ascolto, chiave dell'esistenza di fede.

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