lunedì 14 aprile 2014

"A lezione da una donna" di don Antonio Savone






A lezione da una donna
Lunedì santo
di don Antonio Savone 



Is 42,1-7
Sal 26
Gv 12,1-11



Più volte il vangelo narra di un Gesù a lezione dalle donne. Una di queste circostanze in cui ritroviamo Gesù alla scuola di una donna è proprio nella casa di Betania là dove apprende che cos’è lo spreco dell’amore.

Ai discepoli aveva detto espressamente: Tra due giorni è Pasqua e il Figlio dell’uomo viene consegnato per essere crocifisso (Mt 26,2). Ma da parte loro nessuna reazione, anzi, avevano rimosso la notizia. Proprio mentre si complotta contro di lui, Gesù si ritira a Betania, in quella che Paolo VI chiamerà la casa dell’amicizia dove una donna sorprende tutti con un gesto gratuito, dal sapore profetico.

Proviamo a tenere davanti a noi la scena: al centro c’è Gesù, ai suoi piedi una donna compie un gesto di straordinaria tenerezza verso il corpo di Gesù. Sullo sfondo le critiche, interessate, di Giuda. Infine la parola di Gesù che elogia il gesto della donna.

Maria non proferisce parola con nessuno, neanche con Gesù. È ciò che compie, invece, la sua parola più eloquente che Gesù non mancherà di mettere in risalto.
Il gesto di Maria va riletto alla luce di quell’altra scena che accade sempre nella casa di Betania, dove di nuovo Gesù è al centro e Maria ai suoi piedi mentre ne ascolta le parole. Anche in questo caso non mancano le critiche al comportamento di Maria da parte della sorella Marta (Lc 10,38-42). Le due scene presentano non poche analogie: Gesù è al centro; Maria è convinta che per lui si può “perdere” molto tempo, per lui si può “sprecare” tanto costoso profumo. In entrambe le scene il comportamento di Maria, totalmente assorbita dalla persona di Gesù, non è capito, anzi è pesantemente criticato. Marta vorrebbe che la sorella la aiuti nelle faccende di casa invece di stare ai piedi di Gesù in ascolto; Giuda vorrebbe che il costoso profumo venga venduto per dare il ricavato ai poveri. La scelta di una esistenza dominata dalla centralità di Gesù, segnata dalla dedizione esclusiva per lui, per la sua parola, per la sua persona, non è compresa. Sembra scelta irresponsabile perché carica sulle spalle degli altri i compiti della vita quotidiana, sembra una scelta irresponsabile perché spreca risorse che potrebbero esser meglio utilizzate. Non tutti capiscono e apprezzano la scelta di uomini e donne che dedicano tutt’intera la loro esistenza all’Evangelo.

Per Maria non c’è niente di più importante della persona di Gesù.
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