giovedì 27 marzo 2014

"La terra, l’ascolto e il tocco di Dio" di Alessandro D'Avenia

Selfie a Gerusalemme


Con i giovani nei Luoghi Santi


La terra, l’ascolto e il tocco di Dio
di Alessandro D'Avenia

«O Amor, divino Amore, perché m’hai assediato? / Da cinque parti vedo che tu m’hai assediato: / audito, viso, gusto, tatto e odorato». Così il mistico Iacopone da Todi si lamenta con un Dio opprimente. Assedia i suoi cinque sensi, che percepiscono in ogni luogo e momento il Dio geloso dell’Antico Testamento e lo Sposo del Nuovo. Se questo è spiritualmente vero ovunque, diventa materialmente vero in Terra Santa, che ho visitato per una settimana con un gruppo di studenti del mio liceo. Il viaggio delle Quinte della mia scuola si svolge ogni anno lì ed è un assedio dei sensi da parte di Dio, tanto che anche i ragazzi più lontani e distratti si sentono "oppressi". Uno di loro mi confidava: «Se le persone qui si comportano così ci deve essere qualcosa di non umano dietro». E un altro: «Mi rendo conto di quanto poco io conosca il Vangelo, mi è venuta voglia di leggerlo».
Un senso si è aggiunto alla mia fede: quello del tatto. Quando sono arrivato sul lago di Tiberiade e la natura, pur essendo febbraio, era già in fiore, i colori tenui e la luce impazzava, ho esclamato "io qui ci sono già stato", avevo consuetudine con colori, volti, pietre, piante, luce, acqua, cantilene, parabole, parole, del Vangelo letto e riletto. Tutto era incarnato e quindi carnale.
Le mie dita, sedotte, volevano toccare.
...
Toccando ho capito che non ero io che toccavo, ma ero io che venivo toccato e sedotto. Il tocco di un Dio che ti assedia, un tocco a volte dolce, a volte ruvido, un «carico leggero», come le mani degli amanti. 
Adesso quando ascolto una pagina del Vangelo mi pare di toccarla come accade nel bellissimo e recente libro che mi fa compagnia in questi giorni Sorpresi dall’amore di Andrea Mardegan (Paoline), capace di far vivere le pagine del Vangelo rendendole permeabili al quotidiano di ciascuno, in uno scambio che va da lì a qui e viceversa. Solo così la terra che calpestiamo tutti i giorni in qualunque luogo del mondo diventa santa, perché è la terra del Vangelo, la terra di un Dio che assedia i nostri sensi addormentati, fino a sedurci.