Non ha resistito, Nadia. Non ha resistito alla ferocia, alla violenza, all'insulto. E si è lanciata nel vuoto, a soli 14 anni, per porre fine all'odio che leggeva sul web, agli attacchi continui e anonimi che i suoi coetanei le facevano su Ask.fm. È su questo social network che si consumava la quotidiana umiliazione della giovane padovana, di Fontaniva: "Fai schifo, meriti di morire", scriveva un utente: "Sei una ritardata, grassa e culona. Fingi di essere depressa per attirare l'attenzione, sei patetica", incalzava un altro...
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Nasce in Lettonia “Ask.Fm” (Ask for me, ossia “chiedi per me”), social network nel quale gli utenti, attualmente 60 milioni, possono interagire in forma anonima. Una modalità che può nascondere insidie letali, come insulti, cyberbullismo, forme di istigazione al suicidio. Nadia, quattordicenne della provincia di Padova, alcuni giorni fa ha trovato la morte lanciandosi dall’ultimo piano di un hotel abbandonato. Nelle ore precedenti aveva affidato una pressante richiesta di aiuto alla community di Ask.fm ricevendo in risposta insulti e incoraggiamenti al gesto estremo. Domande cariche di valenza antropologica, quelle che i ragazzi esprimono sui social network. Ne abbiamo parlato con Chiara Giaccardi, docente di sociologia e antropologia dei media presso l’Università cattolica di Milano...
Sono reali le vite che si raccontano in rete? A volte sì, a volte meno. Quello che è certo è che spesso, forse sempre, reali sono le conseguenze che la vita vissuta online comportano. E la rete spesso ti incoraggia a vivere una vita che non è la tua, ti suggerisce anzi di nascondere il tuo vero nome ed il tuo vero volto nell’anonimato di una username e di un’icona qualunque. È preferibile diventare un anonimo, per prepararti a dialogare con altri anonimi, dai quali ricevere e ai quali impartire consigli di vita, anche sulle scelte più importanti. L’anonimato è una delle caratteristiche principali, e delle ragioni del suo successo, di Ask.fm, un sito che conta 60 milioni di utenti in tutto il mondo, ma anche molti critici perché spesso si rivela luogo dove serpeggia la violenza...