lunedì 18 novembre 2013

Sincerità, semplicità, sobrietà: ecco Francesco di mons. Bruno Forte


Sincerità, semplicità, sobrietà: 
ecco Francesco 

di mons. Bruno Forte
arcivescovo di Chieti-Vasto

L'onda di simpatia, suscitata da Papa Francesco nella Chiesa e nel mondo, è oggetto di valutazioni diverse, perfino di un "conflitto delle interpretazioni”, come mostra il recente dialogo a distanza tra Vittorio Messoti e Liliana Cavani sulle pagine del Corriere della Sera. C'è chi coglie nel messaggio di questo Papa, e nell'entusiasmo che accende, i sintomi di una rinnovata primavera della fede, c'è chi vede emergere nostalgie ingenue e rischiose di pauperismo evangelico. C'è chi riconosce nel consenso che diversi manifestano i rigurgiti di un mai sopito "affetto antiromano", pronto a identificare nel Vescovo di Roma, «venuto quasi dalla fine del mondo», soprattutto il promotore di una riforma radicale della macchina curiale. 
Personalmente mi sento in sintonia con chi legge nel pontificato di Francesco uno straordinario tempo di grazia e di speranza per tutti, in continuità con ciò che era stato preparato dalla riforma spirituale voluta da Benedetto XVI, anche se con caratteristiche differenti. Tre elementi mi sembrano entrare in gioco nel modo di essere e di agire di Jorge Mario Bergoglio - Papa Francesco, tali da fargli raggiungere ampiamente e in profondità il cuore di tutti: la sincerità, la semplicità e la sobrietà...

Papa Francesco ama essere il parroco del mondo, non per smania di originalità, ma per amore del suo popolo e in obbedienza allo stile di vita e di azione del Maestro e Signore cui ha consegnato il cuore e la vita, il Signore Gesù. Proprio così, ciò che fa e dice ha sapore di Vangelo e fa intuire il potere di trasformazione e di salvezza per tutti delle parole pronunciate e vissute in prima persona dal Nazareno: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio» (Luca 6,20).