venerdì 29 novembre 2013

"Etty Hillesum.Diventare più umani" di Aurelio Antista - 06.11.2013 (VIDEO-incontro integrale)

"Etty Hillesum (1914-1943) 
martire del nazismo.
Diventare più umani"
II parte
 di Aurelio Antista - 06.11.2013 
(VIDEO-incontro integrale)

I Mercoledì della Spiritualità 2013

Incontro del 6 novembre 2013 

Etty e noi
Etty è una figura attualissima per il nostro tempo. La sua testimonianza è letta e studiata da psicologi e teologi, da pedagogisti e da antropologi. Vorrei sottolineare alcuni punti-forza della sua personalità e del suo cammino di crescita.
Etty è una creatura debole e fragile – come tanti giovani (e meno giovani) di oggi. La sua psiche è in disordine e ricolma di macerie, “un gomitolo aggrovigliato”. Eppure è animata da una grande determinazione nel voler risalire la china: “Devo lavorare molto per diventare una persona adulta”. Condotta per mano da un educatore (Julius Spier) impara ad ascoltare e a coltivare la sua interiorità, impara ad unificare e armonizzare i moti e le esigenze del corpo e dello spirito. La prima scoperta di Etty è l’amore per gli altri: “Le cose veramente primordiali in me sono i sentimenti umani, una sorta di amore e di compassione elementari che provo per le persone, per tutte le persone” Questa diventa l’opzione fondamentale della sua vita. Lei rende la sua anima un “campo di battaglia” dove ogni giorno affronta la lotta per estirpare ogni erbaccia: l’odio, la rivalsa, il risentimento. “Ognuno di noi deve raccogliersi e distruggere in se stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri”. Questa consapevolezza e decisione genera in lei “una grande forza interiore” che le consente di affrontare con maturità ed equilibrio quel grande fiume di dolore che è l’Olocausto e a vivere con serenità e forza d’animo nel campo di Westerbork.
Etty incontra Dio che le si rivela presente nel suo intimo più profondo come sorgente da cui zampilla vita, gioia, pace. La preghiera diventa un colloquio ininterrotto con Lui e la apre sempre di più all’amore e al servizio verso i fratelli: “Mi hai resa così ricca, mio Dio, lasciami dispensare agli altri a piene mani”.
Dall’insieme di queste riflessioni ed esperienze Etty conclude: “La vita è bella, degna di essere vissuta e ricca di significato”. Questa certezza le dà la forza per reggere l’onda d’urto di ogni privazione e sofferenza e, al tempo stesso, le consente di essere luce e sostegno per gli altri che hanno perso ogni speranza. Confrontarsi con la personalità e le conquiste di Etty può risultare per ognuno di noi motivo di consolazione e di sfida per diventare migliori e gustare sempre di più il sapore della vita.


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