VERGOGNA!
di Enzo Bianchi
Ogni giorno incontrando uomini e donne, cittadini del nostro paese, subito dopo il saluto accolgo da loro le manifestazioni di sofferenza e di fatica nel loro mestiere di vivere quotidiano. Questo malessere e questa sofferenza si sono accentuati vertiginosamente negli ultimi anni, e di volta in volta emergono quale indignazione, protesta, rabbia, domanda su come e dove siamo finiti.
Raramente si manifesta un sentimento che invece in me sovrasta tutte le altre reazioni: la vergogna. Sì, io provo vergogna, la provo come uomo, e può darsi che la mia fede cristiana accentui questo sentimento, ma io la vivo semplicemente in quanto uomo. E così “vergogna!” è quasi una litania che spontaneamente nasce dal mio cuore e a volte diventa anche esclamazione verbale in mezzo agli altri...
Ma oggi questo sentimento presenta molti segni di scomparsa: ci si vergogna di vergognarsi, e quindi si enfatizza proprio l’apparire, l’esibirsi, l’essere più presenti e l’accrescere la notorietà. Sicché anche il pudore, che coinvolge la responsabilità personale e agisce come segnale e freno onde evitare la vergogna, sembra venire a mancare.
Ultimamente più volte in interventi pubblici, orali o scritti, ho gridato semplicemente: “Vergogna! Vergogna!”, e confesso che ho trasalito quando ho sentito questo grido sulla bocca di papa Francesco, raggiunto dalla notizia della nuova strage nel nostro Mediterraneo: centinaia di stranieri bruciati e affogati prima di raggiungere le nostre spiagge di Lampedusa. Vergogna! Come cittadino italiano, come appartenente all’Europa, mi vergogno, perché io sono responsabile della loro morte; perché ormai i morti nel Mediterraneo, ai quali ho dedicato già sette anni fa un libro sull’accoglienza degli stranieri, sono più di 20.000, e questa ecatombe continua… Vergogna perché continua a essere in vigore una legge che dichiara reato la clandestinità anche nel caso non sia stato commesso nessun crimine, e che addirittura ostacola i soccorsi dichiarandoli favoreggiamento: così gli immigrati vengono trattati come spazzatura e scarto da respingere e buttare a mare. Vergogna per l’ipocrisia dei nostri governanti che, invece di assumersi le dovute responsabilità, conferite loro da noi cittadini che li abbiamo eletti perché governino con discernimento e giustizia, celebrano solo con retorica la loro omertà e la loro incapacità. Vergogna per il cinismo che abbiamo lasciato crescere, anche quando si manifestava nella forma di un razzismo indegno di un paese che ha conosciuto l’emigrazione e il disprezzo verso i suoi emigranti. Papa Francesco era andato a Lampedusa e aveva innalzato il suo grido, ma sono passati ormai tre mesi e nulla è cambiato. E noi con un “rifugiato” ogni mille abitanti, mentre in Svezia sono 9, in Germania 7, nei Paesi Bassi 4,5 – come fa notare sempre con passione civile Gian Antonio Stella –, vorremmo praticare addirittura i respingimenti, in violazione della Convenzione di Ginevra del 1951 e della stessa nostra Costituzione. Passeranno pochi anni e, finita questa emergenza, si istituirà “una giornata della memoria” per queste vittime e ci si chiederà: dov’eravamo noi italiani e i nostri governanti?...
E a questa vergogna occorre aggiungere l’altra vergogna per la situazione che viviamo a livello politico nel nostro paese...
Sì, come uomo e come cittadino provo vergogna!
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