martedì 15 ottobre 2013

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - la strada del Signore tanto semplice, ma tanto difficile. - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
15 ottobre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.



Papa Francesco: 
“La strada del Signore è amare Dio e il prossimo”

Ipocrisia e idolatria «sono peccati grossi» che hanno origini storiche, ma che ancora oggi si ripetono con frequenza, anche fra i cristiani. Superarli «è tanto difficile»: per farlo «abbiamo bisogno della grazia di Dio». È la riflessione suggerita a Papa Francesco dalle letture della messa celebrata questa mattina, martedì 15 ottobre, nella cappella di Santa Marta.

«Il Signore – ha esordito – ci ha detto che il primo comandamento è adorare Dio, amare Dio. Il secondo è amare il prossimo come se stesso. La liturgia oggi ci parla di due vizi contro questi comandamenti», che in realtà, ha notato, è uno solo: amare Dio e il prossimo. E i vizi di cui si parla effettivamente «sono peccati grossi: l'idolatria e l'ipocrisia». L'apostolo Paolo, ha notato il Pontefice, non risparmia parole per descrivere l'idolatria. È «focoso», «forte» e dice: «l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà, perché l'idolatria è un'empietà, è una mancanza di pietas. È una mancanza di quel senso di adorare Dio che tutti noi abbiamo dentro. E l'ira di Dio si rivela contro ogni empietà, contro gli uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia». Essi soffocano la verità della fede, di quella fede «che ci è data in Gesù Cristo, nella quale si rivela la giustizia di Dio». È, ha proseguito il Papa, come un cammino da fede in fede «come diceva spesso Giovanni: grazia su grazia, di fede in fede. Il cammino della fede». Ma tutti noi «abbiamo bisogno di adorare, perché abbiamo l'impronta di Dio dentro di noi» e «quando non adoriamo Dio adoriamo le creature» e questo è «il passaggio dalla fede all'idolatria». ...

Si potrebbe essere portati a pensare, ha avvertito il Papa, che si tratti di atteggiamenti del passato: «oggi nessuno di noi va per le strade ad adorare statue». Ma non è così perché «anche oggi – ha detto il Pontefice – ci sono tanti idoli e anche oggi ci sono tanti idolatri. Tanti che si credono sapienti, anche fra noi, fra i cristiani». E ha subito aggiunto: «Io non parlo di quelli che non sono cristiani; li rispetto. Ma fra noi parliamo in famiglia». Molti cristiani infatti «si credono sapienti, sanno tutto», ma alla fine «diventano stolti e cambiano la gloria di Dio, incorruttibile, con un'immagine: il proprio io», con le proprie idee, con la propria comodità. E non è una cosa d'altri tempi perché «anche oggi – ha evidenziato il Pontefice – per le strade ci sono gli idoli». ...

Gesù consiglia dunque di «non guardare le apparenze» ma di andare al cuore della verità: «il piatto è il piatto, ma è più importante quello che è dentro il piatto: il pasto. Ma se tu sei un vanitoso, se tu sei un un carrierista, se tu sei un un ambizioso, se tu sei una persona che sempre si vanta di se stesso o al quale piace vantarsi, perché ti credi perfetto, fa un po' d'elemosina e quella guarirà la tua ipocrisia».
«Ecco – ha concluso il Papa – la strada del Signore: adorare Dio, amare Dio sopra di tutto, e amare il prossimo. È tanto semplice, ma tanto difficile. Si può fare soltanto con la grazia. Chiediamo la grazia».


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