martedì 8 ottobre 2013

OREUNDICI - IL QUADERNO DI OTTOBRE 2013: IL 25° CONVEGNO DI TREVI - "RELIGIONE È GIUSTIZIA difendere l’umanità dagli attacchi egoistici" di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio -




OREUNDICI
IL QUADERNO DI OTTOBRE 2013


IL 25° CONVEGNO DI TREVI




L'EDITORIALE 
di MARIO DE MAIO

Cari amici,
La verità è l’amore di Dio per noi… la verità è una relazione: queste parole di papa Francesco, scritte nella lettera a Eugenio Scalfari, si intrecciano con le altre sue parole: abbandonatevi alla tenerezza, non abbiate paura dell’amore che ci hanno accompagnato nel nostro 25° convegno estivo di trevi. Temevamo che la crisi economica potesse ostacolare la partecipazione a questo appuntamento annuale degli amici di Ore Undici e invece, con nostra piacevole sorpresa, anche quest’anno abbiamo superato le 250 presenze. Le numerose persone nuove, gli adolescenti, i ragazzi e i bambini, hanno creato un’atmosfera di festa e di vitalità. Il clima che si respirava era del tutto speciale, fatto di entusiasmo e di gioia, insieme a un diffuso desiderio di cambiamento. Papa Francesco con la sua vita e le sue parole quotidianamente ci invita ad approfondire il difficile, anche se vitale, tema dell’amore. L’amore non può essere solo un precetto morale ma, oltre ogni idealizzazione, è fondamentalmente vita vissuta, relazione. tutti noi abbiamo l’esperienza quotidiana delle mille difficoltà che attraversano i nostri rapporti. In certi momenti ci sentiamo soccombere di fronte alle negatività, alle incomprensioni, ai malintesi, che rendono impossibile una serena continuità nell’impegno di amare. Nello stesso tempo siamo profondamente convinti che l’amore sia indispensabile come il respirare e il mangiare. Come uscire da questa difficoltà?...
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RELIGIONE È GIUSTIZIA
difendere l’umanità dagli attacchi egoistici
di ARTURO PAOLI

Un messaggio di papa Francesco, diventato ormai un personaggio storico del nostro tempo, suona così: non abbiate paura di andare contro corrente. Voltandomi indietro sono convinto di non essere entrato nelle strutture ecclesiastiche pur avendo ricevuto l’unzione (così si dice) sacerdotale. A cominciare di lì mi accorgo di essere andato contro corrente...

Lo Spirito Santo ci ha mandato il papa dei poveri. Non può entrare direttamente in politica – e io ammiro la sua prudenza politica – però con la sua esistenza manifesta una protesta a questa cinica indifferenza verso i poveri e gli sprovveduti. Uno dei primi atti che non possiamo non ammirare è stato la cancellazione di ogni sospetto verso la teologia della liberazione. Che cosa resta del cristianesimo se si cancella la fraternità e si creano degli squilibri sempre più paurosi fra chi ha le tasche piene e chi sta vicino alla fame? Per molti anni la teologia della liberazione è stata guardata con sospetto e condannata, come se la giustizia di una equa retribuzione di beni non abbia niente a che fare con il problema della religione. La religione è preghiera, è relazione con dio, se volete è umiltà in relazione con dio. Forse certe religiosità saranno così, ma Gesù si è tenacemente unito ai fratelli per condividere le loro sofferenze. Se accettiamo passivamente la politica attuale, che è tutt’altro che ricerca di pace e di giustizia, che cosa resta della frase di Gesù io sono la vite, voi i tralci? Alla generazione miscredente, la classe religiosa non dà certo una lezione di amore e di giustizia senza le quali la fede resta un fatto staccato dalla vita. Per il cristianesimo l’amore e la giustizia tra fratelli ha lo stesso peso che il culto e la venerazione dell’essere divino. Il papa Francesco inaugura una generazione nuova con questa scelta di una povertà personale e di una scelta evidente delle vittime dell’ingiustizia. È stupendo assistere a questa scelta di tenersi lontano dalla politica, ma presentarla con la vita. Credo sia venuto il tempo di assumere la fede nel suo senso fondamentale, prima di quello dottrinario, dogmatico, ma nella sua densità umana cioè il senso della fraternità che ha come primo quello dell’unione con Gesù: io sono la vite, voi i tralci (Gv 15). La frase che ricorre negli appelli del papa Francesco: non abbiate paura è necessario ripeterla al plurale perché la paura si vince col sentire di essere insieme. di qui la nostra costante opposizione alla forza che ispira l’indirizzo fondamentale del fai da te della tecnica. Il grido fai da te può suonare anticristiano, il grido cristiano è vieni fratello, camminiamo insieme...



Ogni atomo di odio che aggiungiamo al mondo
lo rende più inospitale.

Etty Hillesum