domenica 22 settembre 2013

"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 39 di Santino Coppolino

Rubrica
'Un cuore che ascolta - lev shomea'

"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica 
di Santino Coppolino


Vangelo: Lc 16,1-13



L'insegnamento che l'evangelista vuole dare, anche se il brano è di difficile comprensione, è molto chiaro: il denaro non è fine ma strumento, e strumento per gli altri
Chi, invece di usarlo "per farsi degli amici", per condividere il bene, lo accumula sottraendolo al circolo della vita, si fa amico del denaro e invece di servirsene prima o poi ne diventa servo. 
Chi costruisce la propria esistenza sulla ricchezza, sulla "solidità" dei beni (questo è il significato del termine "Mammona" presente nel testo greco e tradotto con "Ricchezza"), fa dei beni stessi un idolo a cui prestare "servizio", nel senso di prestare culto e adorazione. 
Per ben 3 volte, nel Vangelo di Luca, si parla di "un uomo ricco" (Lc 12,16 ; 16,1 ; 16,19) e sempre con significato negativo. La ricchezza è incompatibile con la fede nel Dio di Gesù, per questo egli dice con forza che "non possiamo rendere culto a due padroni" o meglio, "due Signori" -il termine greco è Kyrios-, poiché "il Signore Dio nostro è l'unico Signore e a lui solo dobbiamo rendere culto" (Dt 6,5 ; Mt 4,10). 
Servendo il danaro commettiamo peccato di idolatria contravvenendo al primo comandamento: " Non avrai altri dei di fronte a me" (Es 20,3) come lo stesso Papa Francesco ha ribadito.