martedì 10 settembre 2013

OREUNDICI - IL QUADERNO DI SETTEMBRE 2013: IL PAPA CHE PARLA DI DIO - "UN BELLISSIMO ESEMPIO la semplicità è la sua scelta, la sua verità" di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio -



OREUNDICI
IL QUADERNO DI SETTEMBRE 2013


IL PAPA CHE PARLA DI DIO



L'EDITORIALE
di MARIO DE MAIO


Il titolo che abbiamo voluto dare a questo quaderno, senza nessuna intenzione polemica, vuole riassumere la caratteristica essenziale che ci pare emergere in questo papa: fa scoprire ad ogni uomo dove è Dio. Il suo stile fatto di gesti semplici ma profondi, prima delle parole, fa emergere in ogni uomo di qualunque credo, il “Bene“, il positivo che ciascuno porta dentro di sè. Etty Hillesum lo chiamava “il pezzetto di Dio” che c’è dentro di noi, che dobbiamo difendere e far crescere. Come non credere che lo Spirito Santo, la forza creatrice della vita, come ci ha insegnato a pensarlo don Carlo Molari, assista e guidi la vita della Chiesa? Nell’arco di un mese abbiamo assistito a due veri miracoli: un Papa che ha rinunciato al proprio incarico, con grande umiltà e consapevolezza, e un gesuita - aggiungo io, “di Dio” -, che ha preso in mano il timone della barca di Pietro. Adesso dobbiamo collaborare al terzo miracolo: noi “ cristiani “ dobbiamo impegnarci a non tradire la passione di papa Bergoglio, che ci invita a creare nel nostro animo, nei nostri ambiti di lavoro, nelle nostre comunità, una attenzione speciale al “Bene“, per accoglierlo in tutte le sue infinite sfumature, per non mortificarlo, per farlo crescere e diffondere con la nostra creatività...


UN BELLISSIMO ESEMPIO
la semplicità è la sua scelta, la sua verità
di ARTURO PAOLI

Jorge Mario Bergoglio è certamente un papa molto audace perché in poche settimane sta rivoluzionando dei secoli di storia, che avevano reso il Vaticano un’organizzazione molto importante e solenne e di conseguenza molto distante dalla gente semplice. La trasformazione che sta praticando altro non è che la continuazione della sua esistenza di cardinale a Buenos Aires, dove preferiva andare nelle favelas tra la gente povera, avvicinando quanti cercano faticosamente un cammino per potergli parlare. Essendo stato addetto al Vaticano per qualche anno e sapendo come funzionano queste sacre s t a n z e , sono molto felice nel vedere questo avvicinamento improvviso, questo scendere in mezzo alla gente, questa semplicità di abiti; tutti dettagli che piacciono alle persone normali che non amano le persone che abitano un mondo irraggiungibile e precluso a chi non appartiene ai vip. La lunga frequentazione che ha avuto nei quartieri poveri di Buenos Aires lo ha abituato al contatto diretto con le persone e a non stimare l’uomo per la sua carica, per la sua cultura, per il suo denaro, ma a conoscere la gente semplice che vive poveramente, che deve lottare per non perdere il diritto alla vita. Gesù andava dove lo chiamavano e certamente non frequentava i palazzi reali o del potere, e sono sicuro che anche quando papa Francesco sarà convocato a incontrare i capi degli Stati non si preoccuperà di etichette e di abiti ma ci andrà nella sua semplicità perché realmente non è qualcosa di fittizio, ma è la sua natura, la sua scelta, la sua verità. Gesù avrebbe dovuto vivere nel palazzo più sfarzoso della terra essendo il re dei re, ma ha preferito entrare nelle case povere, dormire come si può e quindi la persona che lo vuole imitare deve semplificare la sua vita. 
Anche le sue parole sono sempre dirette e semplici...


Abbiate il coraggio
di andare
contro corrente.
Abbiate il coraggio
di essere felici.

Papa Francesco