lunedì 16 settembre 2013

LA RIFORMA PARTE DA SANTA MARTA



LA RIFORMA 
PARTE DA SANTA MARTA


La Riforma. E’ la grande attesa che tutti abbiamo nei confronti dell’azione di papa Francesco. Infatti, pur nell’accoglienza positiva dello stile e della comunicazione del nuovo vescovo di Roma, l’incertezza e la prudenza sembrano caratterizzare le opinioni, al riguardo, di diversi commentatori e dell’intellighenzia.

Le due riforme
Eppure, nell’azione di rinnovamento papa Francesco si può fare forte sia di quanto è emerso dalle Congregazioni generali dei cardinali, preparatorie al Conclave, in cui la Curia romana è stata sottoposta a valutazioni fortemente critiche, sia di un’elezione che sembra essere stata quasi plebiscitaria.
La prudenza nasce dal fatto che non ci sono state fino ad ora dichiarazioni programmatiche e, soprattutto, dalle prevedibili resistenze della Curia. Come si sa ogni istituzione tende a resistere al cambiamento. Non a caso Accattoli, sul Corriere della sera, già il 30 marzo, osservava: “Bergoglio dà per scontato che ‘bisogna riformare’.Ma sa che l’argomento è tabù ai piani alti della Chiesa. E dunque non ne parla. Finché non dirà nulla possiamo immaginare che qualche riforma potrà farla”.
La riforma di cui sempre ha bisogno la Chiesa, in modo particolare oggi, è duplice: da un lato, un profondo adeguamento delle strutture, sia del suo governo centrale, sia delle forme di partecipazione che si esprimono attraverso la sinodalità e la collegialità; dall’altro, una riforma interiore che riguarda molto gli uomini di curia, ma anche vescovi, presbiteri, religiosi e noi semplici fedeli. Il Concilio Vaticano II ce lo ricorda in due documenti: Lumen Gentium (n.8) e Unitatis redintegratio (n. 6).

Una scelta di priorità
Tra i due poli dell’azione di riforma, papa Francesco sembra avere scelto di iniziare immediatamente dalla riforma interiore, lasciando ad un’azione più partecipata e collegiale (il Gruppo di lavoro degli otto cardinali che si riunirà nei giorni 1-3 ottobre, l’incontro collegiale con i cardinali Capi dicastero del 10 settembre, …) il cambiamento delle strutture, operazione complessa che ha bisogno di attente valutazioni e perciò di tempo.
I segnali di questa scelta sono numerosi, disseminati in vari discorsi e nelle omelie. Via via che i giorni passano e i discorsi si accostano l’uno all’altro, sono sempre più evidenti la scelta e il disegno programmatico di questa riforma spirituale. A questo proposito una particolare attenzione merita il “fenomeno” di santa Marta. Francesco interviene quotidianamente sul tema della riforma interiore, affidando, con energia e con una forte compromissione personale, le sue sollecitazioni ad un’omiletica fresca, zampillante da un costante riferimento alla Parola di Dio, che parla al cuore dei grandi e dei piccoli.

Il “fenomeno” santa Marta
Dalla celebrazione eucaristica del 22 marzo per i giardinieri e i netturbini del Vaticano, a nove giorni dalla sua elezione, le omelie che papa Francesco tiene durante la messa alle 7 del mattino, nella cappella della Domus Sanctae Marthae, quasi ogni giorno fanno notizia su giornali e telegiornali.
Queste brevi “meditazioni quotidiane”(sotto questa categoria le raccoglie il sito ufficiale della Santa Sede), fino ad oggi non sono state diffuse integralmente e per conoscerne il contenuto ci si deve affidare a due diverse sintesi, pur con ampie citazioni originali, una del Giornale radio di Radio Vaticana e una de L’Osservatore romano.
Da diverse parti ci si è interrogati sul loro valore al punto che la sala stampa vaticana, il 29 maggio, ha emesso una nota di precisazione che richiama due elementi. In primo luogo, è espressa volontà del papa che il testo mantenga il carattere d’intervento pronunciato a braccio senza che vi sia la trascrizione e una revisione successiva; in secondo luogo si ricorda il diverso livello d’impegno dei pronunciamenti del papa secondo le circostanze e il carattere di ufficialità delle cerimonie. Sta però, di fatto, che l’attenzione con la quale la stampa e i fedeli accolgono questi interventi induce alla constatazione che il loro valore pastorale e forse anche magisteriale, va al di là delle precisazioni e del valore “giuridico” che gli si può attribuire...

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