mercoledì 21 agosto 2013

Vaticano III - sogno o possibilità reale?

La richiesta di un nuovo concilio è stata avanzata da Leonardo Boff. Ma è dal 1977 che si spera in una nuova assise
Leonardo Boff, l'ex francescano, l'esponente più in vista dal punto di vista mediatico di quel che rimane della Teologia della Liberazione, è stato soltanto l'ultimo in ordine di tempo a chiedere un nuovo concilio, un Vaticano III. La ha fatto dalle colonne del «Jornal do Brasil», prendendo spunto dai cinquant’anni dalla morte di Giovanni XXIII: «Le categorie del Vaticano secondo non bastano più per dar conto della nuova realtà».
Secondo Boff dovrebbe trattarsi di un concilio di tutta la cristianità, e dovrebbe «identificare il tipo di collaborazione che possiamo offrire nella linea di una nuova coscienza del rispetto, della venerazione, della cura di tutti gli ecosistemi».
È curioso notare che di un Vaticano III si vagheggia da ben trentasei anni. L’idea fu infatti lanciata per la prima volta nell’estate 1977, quando i teologi della rivista «Concilium» si riunirono nella Notre Dame University negli Usa. C’erano, tra gli altri, lo svizzero Hans Küng e l’olandese Edward Schillebeeckx, gli italiani Giuseppe Alberigo e Rosino Gibellini. La riunione di teologi e storici progressisti fissò gli obiettivi del futuro concilio: dimissioni del Papa a 75 anni, Sinodo dei vescovi non più consultivo ma deliberativo, abolizione del celibato dei preti, equiparazione della donna nella vita della Chiesa, compreso il sacerdozio femminile. 
Ma si sbaglierebbe chi pensasse che la proposta venga rilanciata di tanto in tanto solo dagli ambienti progressisti, intenzionati a premere sull'acceleratore delle riforme. Agli inizi degli anni Novanta, a sorpresa, della proposta si sono infatti appropriati ambienti conservatori di provata fede wojtyliana. A rilanciare l’idea, dalle colonne del mensile americano «Catholic World Report», era stato lo storico inglese Paul Johnson. Dall'Italia gli aveva fatto eco il filosofo Rocco Buttiglione, amico e collaboratore di Giovanni Paolo II, che in un’intervista aveva accennato alla preparazione di «materiali per un nuovo grande concilio». Tra i sostenitori dell’idea, all'epoca andava annoverato anche il vescovo austriaco ultraconservatore Kurt Krenn. Il Vaticano III vagheggiato dai wojtyliani più ortodossi era, nelle intenzioni, all’opposto di quello chiesto da Küng nel 1977.
Si voleva infatti un concilio restauratore che rimettesse in riga i progressisti e gli indisciplinati e frenasse il tentativo di alcune conferenze episcopali di attribuirsi poteri e competenze...

A riparlarne, questa volta nuovamente dal fronte riformista, era stato nel 1999, durante un Sinodo, il cardinale Carlo Maria Martini, del quale ricorre tra qualche giorno il primo anniversario della morte. L'arcivescovo di Milano presentò la sua richiesta sotto forma di «sogno», auspicando «un’esperienza di confronto universale tra i vescovi che valga a sciogliere» qualche nodo dottrinale e disciplinare della Chiesa. Martini chiedeva «uno strumento collegiale più universale e autorevole» che coinvolga «tutti i vescovi» in un «confronto collegiale» che ripeta “quella esperienza di comunione e di collegialità che i loro predecessori hanno compiuto nel Vaticano II».
Un’assemblea dove possano essere affrontati «con libertà» problemi quali la mancanza di sacerdoti, la posizione della donna nella Chiesa, i ministeri, la sessualità, al disciplina del matrimonio, la prassi penitenziale, i rapporti ecumenici. La proposta martiniana fu fatta cadere, anche perché Giovanni Paolo II aveva già detto un anno prima, in occasione del concistoro del febbraio 1998 che «il Vaticano II attende ancora di giungere alla sua piena estate»...
Leggi tutto: Quelli che sognano il Vaticano III di Andrea Tornielli

... E le categorie del Vaticano II non sono più sufficienti per dar conto della nuova realtà, aggiunge il teologo. Ecco perché serve che il Papa segua l’esempio di Giovanni XXIII e si affretti a convocare una nuova grande assise ecumenica. Eppure, chiarisce Boff, “non può essere come il precedente”. La differenza è che ora “non basterà convocare solamente i vescovi della chiesa cattolica”. Servirà qualcosa di più, è tempo che “i cristiani si scrollino di dosso tante differenze e polemiche” e si uniscano “in vista di una unica missione salvifica”. E l’unico che può riunire tutte le confessioni cristiane è Francesco, il Pontefice preso quasi alla fine del mondo...
Leggi tutto Come e perché si intensificano gli appelli per un Concilio Vaticano III


''Da questo Papa mi aspetto un Concilio che chiarisca la posizione delle Chiesa in questo momento critico della sua storia. Per ridefinirne il ruolo non basta un Papa riformatore, ma deve adoperarsi tutta la comunità cristiana''. La "Lettera a Francesco" di Lucio Caracciolo
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"E' l'ora di un Concilio Vaticano III"

«Siamo indotti a interrogarci se, quaranta anni dopo l'indizione del Vaticano II, non stia a poco a poco maturando, per il prossimo decennio, la coscienza dell'utilità e quasi della necessità di un confronto collegiale e autorevole tra tutti i vescovi su alcuni dei temi nodali emersi in questo quarantennio». Era l'ottobre del 1999 e questo era il «sogno» di un nuovo Concilio che il cardinale di Milano, Carlo Maria Martini, aveva raccontato al Sinodo dei vescovi per l'Europa nel suo intervento. Un intervento pensato proprio durante i lavori del Sinodo, diverso da quello originariamente programmato, con il quale probabilmente il cardinale aveva ritenuto opportuno farsi portavoce, se non di precise richieste, quanto meno di un'esigenza constatata ascoltando i confratelli europei. E un intervento che, per la sua dirompenza, fu “censurato” in Sala Stampa vaticana (non venne incluso tra i materiali consegnati quotidianamente ai giornalisti) e il cui testo Adista riuscì ad ottenere in esclusiva...
Leggi tutto: Concilio Vaticano III: sogno di Martini, incubo della Chiesa