martedì 2 luglio 2013

"Un conto è l'amore, un conto sono i diritti" di Piero Stefani


Un conto è l'amore, 
un conto sono i diritti
di Piero Stefani

Spesso in ambiti cristiani si sente citare la Bibbia come un riferimento qualificante in relazione all’accoglienza dello straniero. I passi biblici in cui si comanda di amare lo straniero come se stessi perché anche gli ebrei sono stati stranieri in terra d’Egitto (cfr. Es 22,30; 23,89; Lev 19,34; Dt 10,19; 24,17), sono giustamente richiamati quando gli italiani perdono memoria delle enormi ondate emigratorie di cui sono stati protagonisti. Un recente esempio di questa espansione è un vescovo di Roma che ha detto di provenire dalla fine del mondo e nello stesso tempo porta un cognome piemontese.
È un’ovvietà affermare che la Bibbia si sofferma a lungo sul forestiero, perché si presenta innanzitutto come Scrittura d’Israele: si è sempre stranieri rispetto a qualcuno. Occorre che ci sia un «noi» che si colloca in una posizione diversa rispetto a un «voi» o a un «loro». Per questo per la Bibbia è più facile parlare di ospitalità che di uguaglianza di diritti.
Bisogna amare lo straniero come se stessi, ma quest’ultimo non ha i nostri stessi diritti...