mercoledì 29 maggio 2013

LA CHIESA POPOLO DI DIO: FRATERNITÀ E POVERTÀ IN CRISTO di Alberto Neglia, ocarm

LA CHIESA POPOLO DI DIO: 
FRATERNITÀ E POVERTÀ IN CRISTO

di Alberto Neglia, ocarm


Pubblicato su “Horeb –Tracce di spiritualità” 64 - n. 1/2013



       "Il 21 novembre 1964, veniva approvato dai Padri conciliari, uno dei documenti più significativi del Vaticano II: la costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium (= LG). L’impressione che si ricava, leggendo questo documento, è quella di una vera rivoluzione copernicana, infatti, si abbandona la tradizionale chiave di lettura della Chiesa come società perfetta (una gerarcologia) e se ne offre una nuova: si pensa la Chiesa originariamente come “mistero”, che scaturisce dalla Trinità, e immediatamente in contiguità la si presenta quale “popolo di Dio”. 
         In sostanza il primo capitolo della Lumen Gentium ci dice che la Chiesa è mistero che scaturisce dalla Trinità. Il secondo capitolo prospetta la veste esterna del mistero della Chiesa e pone la domanda: chi é Chiesa nella storia? La risposta è: tutti i credenti immersi in Cristo con il battesimo. ...

           ...Essere fratelli in Cristo è anch’esso evento affascinante ma impegnativo, è dono e conquista nello stesso tempo. Chiede al credente la docilità ad accogliere nella propria esistenza lo Spirito di Gesù che ci rende fratelli, ma poi, anche la pazienza di saper tessere nel nostro quotidiano esperienze appassionanti attorno alla Parola che affratella. Farsi fratelli in questo modo significa accogliere, attraverso l’ascolto della parola il respiro di Cristo nella propria vita e, animati da Lui, vincere le riserve insite nella nostra creaturalità “rampante” (che era presente anche tra gli Apostoli: cf. Mc 10,35-45) e nelle mode culturali di arrivismo e di dominio per guardare all’altro non come a un concorrente, da ridimensionare, ma come a un fratello da amare e da servire, come a colui che dà senso alla propria vita. 
        La fraternità cristiana, quindi, è il frutto di un esodo e di un cammino di liberazione dal proprio narcisismo per accogliere e farsi carico degli altri. La fraternità evangelica, che i Padri conciliari hanno sempre come orizzonte, quando ne parlano nei testi del Vaticano II, non è un orticello, ristretto a un gruppo di privilegiati, non è limitata alla Chiesa, ma si allarga, con lo sguardo di Dio, all’infinito nel desiderio di fare di tutto il mondo una sola famiglia illuminata e guidata dallo stesso Padre.  ... (Alberto Neglia, ocarm)

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