mercoledì 3 aprile 2013

La prima Pasqua di Papa Francesco - cronaca, video e riflessioni

Intorno alle 10, Papa Francesco è arrivato in piazza San Pietro per la messa del giorno di Pasqua: il Papa, vestito con semplici paramenti bianchi, è uscito sul sagrato di San Pietro in processione dalla basilica vaticana per dare inizio alla liturgia di cui è l’unico celebrante, si è aperta con il rito del “Resurrexit”, che prevede l’apertura dell’immagine del Risorto: si tratta di un’icona realizzata prestando la debita attenzione al prototipo medievale. La nuova icona, come quella antica, è costituita dall’immagine dipinta del Salvatore, seduto in trono, con due sportelli laterali.
Dalle prime ore del giorno, piazza San Pietro si è andata riempiendo di fedeli per la messa del giorno di Pasqua: sono circa 250mila, secondo il Vaticano, le persone che hanno gremito la piazza in attesa dell’arrivo del Pontefice.
Terminata la messa, Papa Francesco è salito sulla Campagnola scoperta per fare il giro di piazza San Pietro: il Pontefice, con volto sorridente, ha salutato e benedetto la folla, che lo ha acclamato a gran voce... (fonte: IL SECOLO XIX)
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Ha commosso tutti domenica questo abbraccio di Papa Francesco a un bambino affetto da paralisi cerebrale, cercato tra la folla in piazza San Pietro. Dominic si chiama quel bambino. E ieri suo padre - che si chiama Paul Gondreau, ed è un docente di teologia statunitense - ha proposto una riflessione sull'abbraccio tra il Papa e suo figlio pubblicata sul sito Catholic Moral Theology. La proponiamo qui in una nostra traduzione dall'inglese.
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«Piccoli gesti con grande amore», raccontano che dicesse Madre Teresa. Ieri Papa Francesco ha concesso una benedizione pasquale straordinaria alla mia famiglia compiendo uno di questi gesti abbracciando mio figlio Dominic, che ha una paralisi cerebrale. L'abbraccio è arrivato quando, mentre percorreva la Piazza con la papamobile dopo la Messa, in mezzo a 250 mila persone, ha visto mio figlio. Questo momento di tenerezza, l'incontro di un moderno Francesco con un moderno Domenico (come molti sanno, la tradizione riferisce che san Francesco e san Domenico ebbero la gioia di uno storico incontro), ha commosso non solo la mia famiglia (eravamo tutti in lacrime), non solo quelli che erano vicini (molti dei quali piangevano con noi), non solo le migliaia di persone che stavano guardando sui maxischermi sulla Piazza, ma il mondo intero...
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MESSAGGIO URBI ET ORBI
... Come in tutta la settimana santa i gesti e le parole di Papa Francesco, con profonda coerenza e dunque grande forza comunicativa, hanno trasmesso un messaggio univoco: “Non chiudiamoci alla novità nella nostra vita, non chiudiamoci in noi stessi, non rassegniamoci”. Sono le parole di un padre: non dobbiamo avere paura della novità. Un padre per ciascuno e per tutto il mondo. E tutti sappiamo quanto oggi ce n’è bisogno, a tutte le latitudini...
Quello che vale per l’uomo, gli uomini e le donne di oggi, vale anche per i popoli. Così, con tratti essenziali, ci fa percorrere un itinerario tra le sofferenze, le tensioni, le crisi del mondo di oggi, partendo dal Medio Oriente, passando per l’Africa con le sue guerre e le sue persecuzioni, per arrivare in Asia, alla nuova crisi in Corea. Ma oltre ai conflitti tra gli Stati e dentro gli Stati, il Papa non manca di ricordare, mentre invoca “pace e giustizia a tutto il mondo”, i grandi problemi trasversali che erano stati definiti “strutture di peccato”...

Leggi il testo integrale del "Urbi et Orbi" - Pasqua 2013

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