martedì 30 aprile 2013

CONTRASTARE LA POVERTÀ SENZA DIMENTICARE LA PROFEZIA

CONTRASTARE LA POVERTÀ SENZA DIMENTICARE LA PROFEZIA.
IL XXXVI CONVEGNO DELLE CARITAS DIOCESANE

Bisogna avere «l’ambizione non solo di curare, ma anche di intervenire sulle cause del male» è l’invito che l’economista Leonardo Becchetti ha rivolto agli operatori delle Caritas diocesane – erano in 597, in rappresentanza di 161 diocesi, su un totale di 220 – riunite per il loro trentaseiesimo convegno a Montesilvano (Pe) dal 15 al 18 aprile.
L’analisi della situazione sociale al tempo della crisi è il punto di partenza del convegno. La famiglia, «tradizionalmente caratterizzata da un’elevata propensione al risparmio, una diffusa proprietà dell’abitazione e un contenuto ricorso all’indebitamento», resta l’ammortizzatore sociale più efficace a difesa dei più deboli (minori, giovani, anziani), «supplendo alle carenze di tutela e nascondendo le difficoltà di accesso all’indipendenza economica di giovani di ambo i sessi e donne di ogni età», ha detto nella sua prolusione mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente della Caritas italiana, che ha ricordato anche mons. Giovanni Nervo, primo presidente della Caritas, morto lo scorso 21 marzo (v. Adista Notizie n. 13/13). È il segno evidente di un welfare state sempre più evanescente e di una politica sempre più latitante e sorda ai bisogni dei cittadini. Ma «la crisi economica degli ultimi cinque anni sta mostrando i limiti di questo modello, accentuando le disuguaglianze tra classi sociali, le profonde differenze territoriali e riducendo ulteriormente la già scarsa mobilità sociale», ha aggiunto Merisi, facendo riferimento al Rapporto sul benessere equo e sostenibile presentato da Cnel e Istat lo scorso 11 marzo. 

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