giovedì 18 aprile 2013

Beato chi rende il mondo più giusto - Don Luigi Ciotti e il filosofo Salvatore Natoli si confrontano sul tema della giustizia alla luce delle Beatitudini.

La collana di otto volumi "Le Beatitudini" edita da Lindau, curata da Roberto Righetto con la collaborazione di Lorenzo Fazzini, è il tentativo di interrogare il dettato evangelico - in uno dei suoi passaggi "cruciali", più intensi e affascinanti - alla luce delle sfide dell'attualità. Ineludibile il tema della giustizia e dello scandaloso manifestarsi del suo contrario, sotto molteplici forme: ecco allora donLuigi Ciotti e Salvatore Natoli misurarsi con Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 
Mantenendo la struttura delle precedenti uscite della serie, il volume mette in dialogo una voce riconducibile al mondo e alla cultura cristiana con una voce del mondo laico. Don Luigi Ciotti è il fondatore del Gruppo Abele. Nel 1955 ha contribuito alla nascita di Libera, che oggi coordina l'impegno di tantissime realtà che combattono la criminalità organizzata e promuovono una cultura della legalità.Salvator Natoli insegna Filosofia teoretica all'Università statale Biccocca di Milano e si è occupato a lungo del rapporto fra linguaggio ed etica.
Al di là dei diversi punti di partenza e dei differenti metodi di analisi, colpisce il convergere dei due autori su un punto: la Parola evangelica si rivela da un lato come denuncia delle inuguaglianze che feriscono il mondo, dall'altro come esaltazione dell'impegno di quanti si adoperano per rimuoverle. Ed è questa seconda implicazione della Beatitudine a collocarsi in primo piano.

Anticipiamo il paragrafo "Pane negato e pane sprecato", parte del testo scritto da Luigi Ciotti per Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia (Lindau).
Di cosa parliamo, innanzitutto, quando parliamo di «fame» e di «sete»? Per non rischiare di essere generici, dobbiamo capire cosa quelle parole vogliano dire nel concreto, come il loro significato possa radicalmente cambiare a seconda della collocazione sociale e geografica. Così, se per chi fa parte del mondo del benessere, «fame» e «sete» sono solo due impulsi che è facile soddisfare, per gran parte del resto dell’umanità sono invece un tragico problema, una privazione che non può certo essere addebitata al destino. «Povertà e malnutrizione non sono una mera fatalità, provocata da situazioni ambientali avverse o da calamità naturali – ha sottolineato Benedetto XVI in occasione del vertice Fao del 2009 – d’altra parte, le considerazioni di carattere esclusivamente tecnico o economico non debbono prevalere sui doveri di giustizia verso quanti soffrono la fame». 
Già nel 1967, però, nella Populorum Progressio, Paolo VI denunciava la povertà come effetto dell’ingiustizia sociale...

Anticipiamo il paragrafo "Fame e sete di giustizia", parte dell'intervento del filosofo Salvatore Natoli per il volume Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia (Lindau). 
Nel Vangelo di Matteo il numero delle Beatitudini è maggiore che in quello di Luca. Non è questa la sede per darne ragione e meno che mai per prendere in considerazione le fonti delle due redazioni. Non entro quindi nel merito stretto dell’esegesi, ma mi limito unicamente a mettere in parallelo la seconda Beatitudine di Luca – Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati (6,21) – con quella di Matteo – Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati (5,6). Come si vede, i termini che fanno differenza sono due «sete» e «giustizia», ma a farla davvero è il secondo. Gli esegeti sono da tempo concordi nel ritenere che Luca quando parla di affamati si riferisca a coloro che patiscono una fame concreta e materiale, mentre Matteo nell’impiegare l’espressione «fame di giustizia» si riferisca piuttosto a una fame spirituale. Ma l’espressione di Matteo spiritualizza davvero la fame? Non credo, caso mai ne dà una versione più strutturata e complessa: nel connettere fame e sete con la giustizia mostra, sia pur per via indiretta, come la fame – e per fame intendo esattamente quella reale – non è un semplice dato di fatto, ma è conseguenza dell’ingiustizia... 

La scheda del libro Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati