mercoledì 26 dicembre 2012

Lectio del Vangelo di Natale a cura di fr. Egidio Palumbo

Lectio del Vangelo
a cura di fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)

Natale del Signore - anno C - 25-12-2012


Notte di luce 

1. Per comprendere e vivere la solennità del Natale del Signore al quale ci siamo preparati con il cammino dell’Avvento, è necessario uscire prima da un luogo comune, frutto di un sentimento infantile regressivo, che fa sentire il Natale come il “giorno del compleanno di Gesù”. Sarà questo un sentire positivo – non lo si nega – che comunica emozioni forti e sentimenti di bontà e di pietà, ma è il “nostro” Natale, un Natale “a nostra misura”, un Natale “beautiful”, che però non corrisponde al Natale del Signore. 


2. Ci viene richiesta, allora, una comprensione di fede più matura che ci aiuti a vivere il Natale del Signore come l’attesa del Signore Crocifisso Risorto che viene in mezzo a noi nel segno potente, luminoso – ovvero salvifico – della piccolezza, della povertà e della fragilità. 

È questo il senso del Natale del Signore, narrato dai vangeli di Luca 2,1-20 e Matteo 2,1-12, cantato, pregato e creduto nella Liturgia, mostrato mistagogicamente per la nostra contemplazione nelle icone della chiesa orientale. Il Natale del Signore sintetizza mirabilmente la memoria della sua venuta nella carne, della sua incarnazione nella storia, della sua passione, morte e risurrezione, e della sua Parusia, cioè l’attesa della sua venuta come Crocifisso Risorto. 

È una grande visione di fede che contempla: 
- nel Bambino nato nella carne, il Risorto rinato a vita nuova; 
- nella gloria cantata dagli angeli, la gloria della Risurrezione; 
- nell’Oggi della sua nascita come primogenito, l’Oggi della sua Risurrezione come primogenito risorto dai morti; 
- nelle fasce che lo avvolgono come bambino, le bende che avvolsero il suo corpo morto crocifisso; 
- nella mangiatoia dove viene adagiato, la tomba dove fu deposto e la mensa del pane della sua Parola e del suo Corpo dove viene donato per il nostro nutrimento; 
- nei pastori che vegliano nella notte e che per primi ricevono l’annuncio della Nascita, le donne che alle prime luci dell’alba vegliano nel “luogo del memoriale” e che per primi ricevono l’annuncio della Risurrezione; 
- nel piccolissimo villaggio di Betlemme che accoglie il Bambino con Maria e Giuseppe, la “casa del pane” (questo significa “Betlemme”); 
- nella piccolezza e fragilità del Bambino, lo stile umile, povero e mite del Gesù adulto. 

E così il Natale del Signore è contemplato, narrato e annunciato nella prospettiva della sua Pasqua...

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