Lectio del Vangelo della domenica
a cura di fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
III DOMENICA di AVVENTO - anno C - 16-12-2012
La
gioia di umanizzare questo mondo
1. Nella tradizione liturgica della chiesa questa Domenica di Avvento è chiamata “Domenica Gaudete”. È l’invito a gioire perché il Signore è vicino (seconda lettura: Fil 4,4-7), è in mezzo a noi ed esulta e danza per noi (prima lettura: Sof 3,14-18), egli è annunciato come buona/bella e gioiosa notizia dal profeta e precursore Giovanni Battista (vangelo: Lc 3,10-18). La gioia del cristiano non è un sentimento del momento, ma scaturisce dalla consapevolezza di aver scoperto Colui che dà senso pieno alla nostra vita, al nostro agire, alle nostre relazioni, al nostro abitare questo mondo.
2. Nella pagina del vangelo di questa domenica (Lc 3,10-18) l’invito a gioire è motivato da un impegno normale e umanissimo ma rivoluzionario, che ci sorprende.
L’esortazione alla conversione che Giovanni Battista rivolge alle folle non è un’astrazione dalla vita, ma è contestualizzato in quella situazione storica precisa (cf. Lc 3,1-2) nella quale la Palestina era sotto l’occupazione dell’impero romano, una organizzazione politica perfetta, ma solo in apparenza, perché quella organizzazione nascondeva il marciume degli intrighi e della corruzione esistente all’interno e, nel contempo, come ogni potere autoreferenziale, cinico e violento, produceva deserti, periferie, scarti di umanità.
Nondimeno apparentemente perfetta era l’organizzazione della classe sacerdote, sotto la quale fervevano gli intrighi e gli imbrogli “ecclesiastici”…
Giovanni Battista, anche se per nascita appartiene alla classe sacerdotale, infatti è figlio del sacerdote Zaccaria, sceglie di stare nel deserto, nella periferia, nei luoghi della emarginazione, degli scarti di umanità. Ebbene, è da qui che Giovanni annuncia la Parola ed esorta alla conversione.
3. La conversione è cambiamento concreto del proprio stile di vita...