sabato 8 dicembre 2012

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Questa solennità liturgica è per tutti, così come ricordava Papa Benedetto XVI l’8 dicembre 2010: “Lo sguardo di Maria è lo sguardo di Dio su ciascuno. Lei ci guarda con l’amore stesso del Padre e ci benedice. […] Anche se tutti parlassero male di noi, lei, la Madre, direbbe bene, perché il suo cuore immacolato è sintonizzato con la misericordia di Dio. Così lei vede la Città: non come un agglomerato anonimo, ma come una costellazione dove Dio conosce tutti personalmente per nome, ad uno ad uno, e ci chiama a risplendere della sua luce. E quelli che agli occhi del mondo sono i primi, per Dio sono gli ultimi; quelli che sono piccoli, per Dio sono grandi. La Madre guarda noi come Dio ha guardato lei, umile fanciulla di Nazareth, insignificante agli occhi del mondo, ma scelta e preziosa per Dio. Riconosce in ciascuno la somiglianza con il suo Figlio Gesù, anche se noi siamo così differenti!”.

Con l’Immacolata Concezione la Madonna partecipa alla santità e alla grazia della Chiesa
La Concezione Immacolata della Vergine non è merito, ma “arbitrio” e favore divino, non è esigenza e necessità, ma “fantasia” e libertà dello Spirito Santo. Si comprende questo carisma di Maria nella successione della creazione dell’uomo, che Dio decide di ideare a partire dal suo Figlio, dall’umanità del Verbo fatto carne. Il “privilegio” quindi dell’Immacolata Concezione, concesso in virtù dei meriti della croce e già a immagine della Risurrezione, non distanzia Maria dall’umanità, ma la rende prossima adesso e più operosamente vicina: dalla sua esistenza, e anzitutto dalla sua fede, passa il Figlio di Dio salvatore.

L’Immacolata Concezione è così eccezionale che Maria prende la grazia che le è stata data come suo nome: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Il giorno dell’Annunciazione, quando l’angelo del Signore si rivolge a lei, non l’ha chiamata con il suo nome abituale, “Maria”. Eppure era un bel nome, che ricorda Miriam, sorella di Mosè. Nel Vangelo secondo San Luca, l’angelo usa una parola che non si trova in nessuna altra parte nel Nuovo Testamento e che noi traduciamo normalmente con “piena di grazia”. Sarebbe più corretto dire: “perla di grazia”, “capolavoro della grazia”. Questo è il suo nome. Maria non è la grazia. Non è lei che dà la grazia: “La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”, dice San Giovanni nel Prologo del Vangelo. Ma lei è completamente abitata dalla grazia, come il Tempio lo era dalla gloria di Dio. In queste condizioni, non è sorprendente che la Grazia viene in lei per incarnarsi.
Attraverso il privilegio dell’Immacolata Concezione, Dio ha “preparato una degna dimora per il suo Figlio” (orazione e prefazio dell’8 dicembre). C’è dunque un legame tra l’Immacolata Concezione e la sua missione di essere la Madre di Dio. Non nel senso comune, che confonde l’Immacolata Concezione di Maria e la concezione verginale del bambino Gesù. Se Maria ha beneficiato di un privilegio unico, non è stato per suo profitto personale ma affinché potesse liberamente accettare la missione, umanamente incredibile, che le era stata chiesta.

In occasione della festività liturgica della Beata Concezione di Maria è bello, in quest’Anno della Fede, ricordare alcune espressioni di amore a Maria di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
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