lunedì 3 dicembre 2012

"De Caritate Ministranda - Intima Ecclesiae natura" Lettera Apostolica in forma di "Motu Proprio" sul servizio della carità

«L'intima natura della Chiesa si esprime in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio (kerygma-martyria), celebrazione dei Sacramenti (leiturgia), servizio della carità (diakonia). Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l’uno dall’altro» (Lett. enc. Deus caritas est, 25).
Anche il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza (cfr ibidem); tutti i fedeli hanno il diritto ed il dovere di impegnarsi personalmente per vivere il comandamento nuovo che Cristo ci ha lasciato (cfrGv 15,12), offrendo all’uomo contemporaneo non solo aiuto materiale, ma anche ristoro e cura dell’anima (cfr Lett. enc. Deus caritas est, 28). All’esercizio della diakonia della carità la Chiesa è chiamata anche a livello comunitario, dalle piccole comunità locali alle Chiese particolari, fino alla Chiesa universale; per questo c’è bisogno anche di un’«organizzazione quale presupposto per un servizio comunitario ordinato» (cfr ibid., 20), organizzazione articolata pure mediante espressioni istituzionali.

Con una lettera apostolica in forma di Motu proprio "De Caritate Ministranda", Benedetto XVI mette ordine nelle attività caritative. Intervista al cardinale Robert Sarah presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum".

Trasparenza nell'uso dei fondi, ruolo rafforzato dei vescovi nell'organizzare le attività caritative, nel stimolarle e garantirne efficacia e operatività, sono richiesti dal Motu proprio del Papa "De Caritate ministranda", pubblicato oggi. Si tratta di un documento che completa un iter di circa due anni di lavoro e nasce da uno spunto della enciclica di Benedetto XVI, "Deus Caritas est".