giovedì 8 novembre 2012

OREUNDICI - IL QUADERNO DI NOVEMBRE 2012: L'AMICO E GLI AMICI - "LE SFIDE DEL PRESENTE" di Arturo Paoli e L'EDITORIALE di Mario De Maio

IL QUADERNO DI NOVEMBRE 2012 
L'AMICO E GLI AMICI

L'EDITORIALE 
di Mario De Maio

L'amicizia è un sacramento usava dire sorella Maria di Campello. Fratel Arturo Paoli, che a fine novembre compirà i cento anni di vita, nella sua lunga esistenza ha coniugato questa affermazione in tutte le sue espressioni. L’Amico è il termine che pronuncia, con la dolcezza e la confidenza che si usa verso chi ci è veramente prossimo, per parlare di Gesù, il “Modello Unico” cui ha ispirato la sua vita. E ora che si trova “all’epilogo” come ripete spesso, di fronte alla morte afferma con semplice certezza. “Perché devo preoccuparmene? C’è un Amico che mi aspetta, se ricevi un invito sei felice di incontrare la persona che ti accoglie non ti preoccupi di cosa ti offrirà da mangiare o da bere.”. 
Tra le tante parole pronunciate da Gesù nei vangeli, una di quelle che più hanno ispirato fratel Arturo, e continuano a ispirarne la predicazione e gli scritti, è quella del vangelo di Giovanni: “Non vi chiamo più servi ma amici”. L’amicizia è il sentimento di relazione tra noi che condividiamo l’esperienza della vita, è il legame che dice la qualità del rapporto con Gesù che ha vissuto la vita esprimendone le massime potenzialità di amore e di fiducia nel bene. Il grande desiderio e messaggio di Gesù, secondo fratel Arturo, è quello di “amorizzare il mondo”, ovvero trasformarlo in un mondo dove regni l’amicizia che non è soltanto relazione interpersonale ma dinamica dei rapporti a tutti i livelli, familiare, sociale, politico, economico, religioso. “Cercate prima di tutto il Regno di Dio” ovvero impegnatevi per realizzarlo a tutti i livelli. Se le nostre relazioni di coppia, di famiglia, di lavoro non si strutturano sull’amicizia, sono fragili. Senza le solide basi dell’amicizia il mondo diventa disumano e rischia di autodistruggersi. 
Le parole e lo sguardo accogliente fanno di fratel Arturo il fratello di tutti, ma in particolare dei poveri e dei giovani, per i quali non finisce mai di appassionarsi e trovare nuove ragioni di speranza.

LE SFIDE DEL PRESENTE
attenti a quello che “si crede di credere”
di Arturo Paoli

Le parole che fratel Arturo pronuncia ogni domenica a commento del vangelo contengono il messaggio che sente urgente e importante trasmettere per il tempo presente. Di seguito riportiamo il testo delle omelie delle domeniche 23 e 30 settembre

Marco 9,30-37 (domenica 23 settembre) 
Il momento storico che stiamo vivendo presenta delle ombre ma anche delle sfide sia per il mondo politico sia per quello religioso. Che fare? Io penso che i momenti che provocano reazioni di scoraggiamento, quando i tempi che viviamo non corrispondono alle nostre attese, sono per le persone serie un argomento di sfida, purificazione, speranza. Il centro della speranza per me, e credo per tutti i cristiani, è il Cristo. La speranza non è qualcosa di aereo e fumoso, è una virtù forte, che richiede energia, scelte coscienti e soprattutto la consapevolezza sempre più certa di avere scelto il Modello Unico...

Mc 9,38-48 (domenica 30 settembre)
Il vangelo, in tutte le sue immagini e in tutte le sue parole, presenta un’importanza particolare. Il cristianesimo entrando nel mondo occidentale ha trovato un terreno molto fertile e si sono sviluppate riflessioni teologiche molto intelligenti. Posso confessare di essere stato un appassionato di queste letture che parlavano all’intelligenza usando un linguaggio filosofico molto serio, ma a un certo punto mi sono reso conto che coltivando queste letture si crea una sproporzione enorme tra quello che uno razionalmente “crede di credere” e la sua vita. Che cosa è più importante, la vita che coinvolge tutto l’essere, la sua moralità, la sua etica, la sua forma di amare o la ragione?...



Il volto dell’altro
ci parla e ci invita
a una relazione
che non ha misura
.

Emmanuel Lévinas