mercoledì 7 novembre 2012

«Non stranieri ma concittadini e familiari di Dio» Lettera pastorale di mons. Cesare Nosiglia dedicata a Rom e Sinti che vivono nelle nostre città - «Vogliamo vivere insieme» libretto elaborato da associazioni che si occupano di nomadi

È una Lettera pastorale coraggiosa, la prima del genere per i vescovi italiani, quella che monsignor Cesare Nosiglia ha dedicato «ai Rom e ai Sinti che vivono con noi», ma anche ai rappresentanti delle istituzioni politiche e civili, alle comunità cristiane della diocesi. Un documento nel solco della «Camminare Insieme» del cardinale Pellegrino per coraggio e aderenza al Vangelo. «Non stranieri ma concittadini e familiari di Dio», presentata al Seminario Metropolitano, arriva dopo due anni di impegno da parte dell’arcivescovo con visite nei campi, di incontri con operatori e volontari, dopo l’avvio in Diocesi di un gruppo di lavoro. La Lettera chiede impegno per «dare pari diritti a un piccolo popolo con molti bambini» e per «superare la vergogna di campi più o meno autorizzati che sono al di sotto della soglia di vivibilità, in cui cresce la violenza e la delinquenza». Un impegno che l’arcivescovo rende concreto, a beneficio dei cristiani e in generale dei cittadini, con la parola «adozione»: adottare una famiglia rom o sinta «per accompagnarla nel cercare una casa, lavoro, sostenere la scuola dei bambini, curare la salute, condividere gioie e dolori». 

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... mons. Cesare Nosiglia ha presentato la Lettera pastorale «Non stranieri ma concittadini e familiari di Dio» dedicata dall’Arcivescovo ai popoli nomadi (Rom, Sinti) che vivono nelle nostre città...
Insieme con la Lettera pastorale è stato pubblicato un breve documento, elaborato e firmato da alcuni dei gruppi che a Torino sono impegnati con i nomadi (Comunità di Sant’Egidio, Terra del fuoco e Migrantes). Il documento si intitola «Vogliamo vivere insieme» ed è stato presentato al Prefetto di Torino, al sindaco, ai presidenti di Provincia e Regione nonché ai responsabili delle Asl, dell’Ufficio scolastico regionale e ai presidenti delle Fondazioni bancarie. Intende essere uno «strumento operativo» per indicare che cosa si può fare concretamente per avviare a soluzioni i problemi di chi vive nei «campi»...

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