È una Piazza San Pietro assolata e movimentata dallo sventolio di bandiere di ogni parte del mondo quella che accoglie l’apertura ufficiale del 13.mo Sinodo dei vescovi, dedicato alla nuova evangelizzazione, ovvero “l’orientamento programmatico – dice il Papa – per la vita della Chiesa, delle famiglie, delle comunità”. Oltre 400 i concelebranti che, assieme a Benedetto XVI, ribadiscono: “La Chiesa esiste per evangelizzare”:
"L’evangelizzazione, in ogni tempo e luogo, ha sempre come punto centrale e terminale Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio; e il Crocifisso è per eccellenza il segno distintivo di chi annuncia il Vangelo: segno di amore e di pace, appello alla conversione e alla riconciliazione".
La nuova evangelizzazione, spiega il Papa, guarda principalmente a quei battezzati che si sono allontanati dalla Chiesa e “vivono senza fare riferimento alla prassi cristiana”:
"L’Assemblea sinodale che oggi si apre è dedicata a questa nuova evangelizzazione, per favorire in queste persone un nuovo incontro con il Signore, che solo riempie di significato profondo e di pace la nostra esistenza; per favorire la riscoperta della fede, sorgente di Grazia che porta gioia e speranza nella vita personale, familiare e sociale".
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La Chiesa "esiste per evangelizzare": "il suo mandato rimane lo stesso, mentre cambiano i destinatari e le condizioni sociali, culturali, politiche e religiose in cui vivono". Con queste mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha presentato la 13/a assemblea generale che si svolgerà in Vaticano da domenica 7 ottobre, a domenica 28 sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". Un tema, ha detto Eterovic, che "interessa tutto il mondo, non solo i Paesi più secolarizzati".
Sarà il Sinodo cui parteciperà il più alto numero di padri sinodali nella storia: saranno 262, di cui 103 dall'Europa, 63 dall'America, 50 dall'Africa, 39 dall'Asia e sette dall'Oceania. Presenti anche 45 esperti e 49 uditori, uomini e donne specializzati e impegnati nell'evangelizzazione in tutti e cinque i continenti. Numerosa anche la presenza dei "delegati fraterni", rappresentanti di 15 Chiese e comunità ecclesiali non in piena comunione con la Chiesa cattolica.
Oltre la fede fai-da-te, oltre l'individuo che si fa da sé
Il programma del Sinodo mondiale dei Vescovi che sta per incominciare non usa mezzi termini né troppi giri di parole. La secolarizzazione del legame sociale intenzionata a perseguire l’obiettivo della giusta laicità della cosa pubblica, ha trascurato di alimentare questi fondamenti etici dell’umanesimo comune, lasciando sempre più spazio all'ideale dell’individuo che si fa da sé, senza dovere nulla a nessuno. Ne doveva scaturire quasi spontaneamente, una nuova società di liberi e uguali Non è andata proprio così Ora siamo tra i cocci di un umanesimo fai–da–te. E non ne usciremo facilmente: in ogni caso, non senza la determinazione e il sacrificio che ci sono mancati Anzi, di più. La «morte di Dio», che era sembrata l’ultima profezia della ragione adulta, ormai capace di garantirsi da sé l’alto profilo di una vita buona e di un umanesimo compiuto, «ha ceduto il posto a una sterile mentalità edonistica e consumistica che spinge verso modi molto superficiali di affrontare la vita e le responsabilità».
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