lunedì 3 settembre 2012

Martini: il cardinale del dialogo con tutti

​Dopo una lunga vita spesa a farsi eco della Parola di Dio, era rimasto quasi senza parole. Quando gli ultimi suoni che dovevano esserci consegnati – puri respiri, quasi – sono stati consegnati, il cardinale Martini ha consegnato anche lo spirito. L’ha consegnato a Dio, certamente. Ma tutte le sue parole, fino all’ultimo respiro, le ha prima consegnate a noi. Che cosa ci dicevano queste parole? E chi le eredita? E come deve fiorire il seme, ora che ha assolto il suo compito fino a nascondersi nella terra e morire? 
Le sue parole dicevano, alla fine, una cosa sola: che c’è una sola Parola veramente degna di ascolto...
Il primo erede delle parole di Carlo Maria Martini è, di diritto, la Chiesa...
Ma l’eredità che la Chiesa riceve dai suoi servitori fedeli non è un geloso possesso, un orgoglioso sequestro...
dalla Pentecoste sino ad ora, l’autentica predicazione cristiana si fa intendere nella lingua di ciascuno. E dunque tutti possono rendersi conto che c’è, per ciascun essere umano, una Parola buona di Dio. 

Una fede rigorosa, testimoniata con perfetto stile ignaziano, sia nella pastorale che in ambito culturale. Una fede che non ammetteva compromessi, ma accettava le diversità. E che, come tale, sapeva produrre relazione, dialogo, anche con i non credenti. Lo afferma, ricordando l’amico "Carlo Maria", il filosofo Massimo Cacciari. «Il cardinale Martini lo conobbi nel 1984-85 quando mi espose la sua idea di dar vita allora alla cattedra dei non credenti. Collaborai con lui alla definizione del progetto e alla prima edizione, quando il tema era quello fondativo, e cioè la dinamica della fede in rapporto al secolo, quindi come il credente si rapporta al non credente, anche all’ateo».
Da quale presupposto siete partiti? Un passo indietro ciascuno?
E no, semmai un passo avanti ciascuno. Si partiva da un principio fondamentale, che ogni giorno il credente stesso dubita della propria fede ma per riaffermarla con più forza. Proprio per questo la cattedra era un dialogo vero. In quella sede non cercavamo il facile compromesso, troppo facile, troppo banale.
Dal dialogo e dal confronto scaturivano le differenze. Ma che non portavano ad allontanarvi…
Assolutamente no. La fede che Martini ha testimoniato nella sua vita e ha reso palese anche su quella cattedra è la fede che responsabilizza.
E qual è la fede che responsabilizza?
È quella che è in grado di rispondere. E rispondere a tutte le domande del secolo, al di là di ogni astratta separatezza tra intelletto e ragione, tra credenza e non credenza. Una fede adulta che comprende il secolo e che in quanto fede è capace di dare risposte concrete. Altro che relativismo. 

"Con la morte del cardinale Carlo Maria Martini la filosofia del dialogo tra cristianesimo ed ebraismo perde uno dei suoi più sinceri e brillanti fautori e sostenitori". Così il rabbino capo emerito di Roma, Elio Toaff, a due giorni dalla scomparsa, ricorda Martini e il suo impegno per il dialogo interreligioso: "La sua via alla conoscenza di Dio - dice Toaff - non prevedeva infatti né interdetti né estromissioni, non evocava anacronistiche crociate né aveva di mira l'allontanamento dei dubbiosi".
Secondo Toaff, per Martini lo studio della Bibbia era "fondamentale e propedeutico al dialogo con chi cristiano non era": "Ai suoi occhi di credente e di studioso - dice Toaff - , che aveva da sempre scelto una vita semplice e senza ostentazione, lo spirito di vera e autentica fratellanza doveva essere alla base del rapporto tra cristianesimo ed ebraismo. Martini - continua Toaff - era più che mai convinto che il dialogo richiedesse un coraggioso e continuo rinnovamento, ma senza pericolosi e indesiderati passi indietro. La sua luminosa figura rimarrà sempre presente tra i giusti che hanno lasciato impronta indelebile e alta testimonianza di fede nella nostra società".
"Una grande perdita perché altre persone di questo tipo non ne conosco", è il rimpianto del presidente della comunità ebraica di Venezia, Amos Luzzatto. "Ho avuto occasione di incontrare più di una volta il cardinale Martini - ha detto Luzzatto - ; la mia impressione è di aver trovato per la prima volta una persona che non solo sapeva star ad ascoltare, ma a cui piaceva ascoltare gli altri: di aver trovato cioè per la prima volta all'interno del mondo cattolico ufficiale uno che cercava una strada nuova attraverso il contatto con le persone che non appartengono a quel mondo". (fonte: Repubblica Martini, l'addio del rabbino Toaff "Un filosofo del dialogo con l'ebraismo")

Abdel Hamid Shaari in duomo
rende omaggio al cardinale Martini
"Era un uomo della pace, ha parlato con tutti e non si è mai negato al dialogo con l'altro, non ha mai escluso l'altro dalla sua visione, per questo era una persona qualche gradino più in su rispetto agli altri": è il ricordo che ha del cardinale Carlo Maria Martini il presidente del centro islamico di Viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, venuto in Duomo a Milano per rendere omaggio alla salma di Martini. Shaari, che si è anche intrattenuto a parlare con l'arciprete del Duomo, monsignor Luigi Manganini, ha definito la visita "un momento toccante". Con il cardinale Martini, ha detto, "c'è un amore che dura da tanti anni e ci addolora non poterlo più sentire o vedere" (fonte Repubblica)

Monsignor Aldo Giordano ricorda il ruolo del cardinal Martini nel dialogo ecumenico e non solo
Insieme al metropolita Alexi II - poi patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca e di tutte le Russie - il card. Martini ha presieduto la prima Assemblea ecumenica europea che si è tenuta dal 15 al 21 maggio 1989 a Basilea col titolo: “Pace nella giustizia”, organizzata dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e dalla Conferenza delle Chiese europee (Kek), l’organismo europeo che riunisce più di 120 Chiese e comunità nate dalla Riforma e ortodosse. L’Assemblea di Basilea, con 700 delegati ufficiali di ogni Paese e ogni tradizione cristiana, è stata un segno profetico nel cammino delle Chiese e dell’Europa: dopo secoli, è stato il primo appuntamento in cui le Chiese di tutta Europa si sono riunite con fiducia per comprendere la propria comune vocazione di fronte agli scenari del mondo contemporaneo. Seguiranno due altre Assemblee ecumeniche europee: a Graz (Austria) nel 1997 e a Sibiu (Romania) nel 2007. Anche a Graz il patriarca Alexi II e il card. Martini erano presenti, testimoniando la loro amicizia anche personale. Per l’ecumenismo il card. Martini ha creduto nei rapporti personali e nel ritornare alla base comune della Sacra Scrittura per ritrovare l’unità. 


Puntata di "Correva l'anno" dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia Andato in onda il 21/03/2011 dedicata alla figura del Cardinal Carlo Maria Martini, fine biblista, teologo, che ha saputo vivere la sua fede e il suo impegno nella realtà quotidiana, al passo con i tempi, vicino alla gente comune. Vicino anche a chi non crede, o a quanti abbiano una fede diversa.

Carlo Maria Martini, il cardinale del dialogo