giovedì 16 agosto 2012

Ricordo di Frère Roger di Taizé

Il 16 agosto 2005, durante la preghiera della sera che raduna la Comunità di Taizé e migliaia di giovani, frère Roger viene ucciso nella chiesa della Riconciliazione. Il 12 maggio precedente, circondato dai suoi fratelli, aveva festeggiato i suoi 90 anni nella semplicità e nella letizia. 
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Chi arriva a Taizé vede subito il campanile della piccola chiesa romanica attorno alla quale si stringono le croci del piccolo cimitero dove sono, tra gli altri, i fratelli della comunità monastica fondata da Roger Schutz, là dove lo stesso priore riposa, ucciso a novant'anni, il 16 agosto 2005, da una squilibrata. Solo se si supera il minuscolo villaggio, s'intravede in fondo la chiesa della Riconciliazione, inaugurata cinquant'anni fa, il 6 agosto 1962, nella festa della Trasfigurazione.

In molti dei messaggi che abbiamo ricevuto, la morte di frère Roger è stata paragonata a quella di Martin Luther King, di Mons. Romero o di Gandhi. Tuttavia, non possiamo negare come vi sia anche una diversità, in quanto questi ultimi si situavano all’interno di una lotta di origine politica, ideologica, e sono stati assassinati da degli avversari che non potevano sopportare le loro opinioni e la loro influenza.
Qualcuno dirà che è vano cercare una spiegazione all’assassino di frère Roger. Il male rifugge sempre ogni spiegazione. Un giusto dell’Antico Testamento diceva che lo odiavano “senza motivo” e San Giovanni ha posto questa stessa affermazione in bocca a Gesù: “Mi hanno odiato senza motivo”.
Tuttavia, avendo vissuto accanto a frère Roger, un aspetto della sua personalità mi ha sempre colpito e mi domando se non sia questo che spieghi perché egli sia stato preso di mira. Frère Roger era un innocente. Non nel senso che non vi fossero colpe in lui, ma l’innocente come colui per il quale le cose hanno un’evidenza ed un’immediatezza che non hanno per gli altri. Per l’innocente la verità è evidente, non dipende da dei ragionamenti. Egli la “vede”, per così dire, e gli fa fatica rendersi conto che altri abbiano un approccio più macchinoso. Ciò che dice è per lui semplice e chiaro e egli si stupisce che altri non lo colgono come tale. Comprendiamo facilmente come egli si trovi spesso disarmato o si senta vulnerabile. Dunque la sua innocenza non ha in genere nulla d’ingenuo. Per lui il reale non presenta la stessa opacità che per gli altri. Egli “vede attraverso”

Ascoltiamo da frère Roger:
Tutti siamo in ricerca

La benevolenza costruisce in voi
.
Vedi il nostro precedente post: 

Taizé - doppio anniversario