mercoledì 8 agosto 2012

Nell'anniversario dell'ordinazione presbiterale gli auguri di "Quelli della Via" a mons. Francesco Montenegro - Da JESUS di Agosto: Una città, una diocesi: AGRIGENTO

A Padre Franco nell'anniversario della sua ordinazione presbiterale, avvenuta l’8 agosto 1969, gli auguri di Quelli della Via 


 Intervista a mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento

Non è facile occupare l'ultimo posto della fila, perché «rischi di essere dimenticato o lasciato indietro». In tutte le classifiche «Agrigento è all'ultimo posto. Solo per il tasso di infiltrazione mafiosa siamo i primi». Monsignor Montenegro non ama i toni apocalittici. «Come Chiesa non si tratta di andare "contro", ma di guardare alla realtà e impostare un cammino che porti a fare scelte diverse: se una stanza è al buio non chiedo al buio di andare via, ma faccio entrare la luce. La violenza si combatte in questa maniera»
Messinese, 66 anni, già presidente di Caritas Italia, Francesco Montenegro ha un linguaggio che procede spesso per immagini semplici che sminuzzano anche discorsi difficili. Uno stile che lo rende vicino alla sua gente, come la vespa («è blu, d'ordinanza») che usa per girare in città. D'altra parte dice di "tifare" per un altro vescovo del Sud, don Tonino Bello, che aveva scritto di una «Chiesa senza pareti e senza tetto». Icona che per lui si è concretizzata letteralmente quando è diventato arcivescovo di Agrigento: «Sono arrivato in diocesi e la cattedrale non c'era. Non sappiamo cosa accadrà, siamo precari». Nello studio ricavato nella parte agibile del palazzo arcivescovile, dal terrazzo che guarda fino al mare e ingloba buona parte della diocesi, è possibile ammirare il tramonto sulla Valle dei templi. Da dove Giovanni Paolo II, il 9 maggio del '93, aveva lanciato il famoso grido: «Mafiosi convertitevi, verrà un giorno il giudizio di Dio». Quando è arrivato in diocesi, Montenegro ha notato che la parola «mafia» era assente nei discorsi dei suoi preti e nella catechesi. L'ha rimessa in circolazione, in convegni diocesani e nelle feste popolari. E, a inizio luglio, ha negato la celebrazione eucaristica ai funerali religiosi di Giuseppe Lo Mascolo, ritenuto il vicecapo della mafia di Siculiana.


Da Jesus di Agosto:
UNA CITTA', UNA DIOCESI - AGRIGENTO

... «Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Camilleri non potevano che nascere qui», dice don Petrone citando «l'irredimibilità» di una terra, dove «il cambiare tutto per non cambiare nulla è più che mai attuale». Le eccellenze, aggiunge il sacerdote, soprattutto le vivacità individuali, non mancano, ma insieme alle poche iniziative culturali di qualità – come i lavori dell'Accademia di studi mediterranei e la Settimana pirandelliana che da tutt'Italia porta ad Agrigento oltre mille ragazzi – non riescono a far decollare il territorio...