Lungo la Via Dolorosa, nella Città vecchia di Gerusalemme, sorge il convento francescano detto della Flagellazione. Nel cortile, l’omonima cappella fa memoria della sofferenza di Cristo flagellato.
A pochi passi si trova la Cappella che fa memoria invece del momento della Condanna, ricostruita nel 1904 sulle rovine di una chiesa di epoca medievale. Qui comincia il lastricato di pietra che la tradizione collega al “lithostrotos” citato dal Vangelo di Giovanni nel racconto della sentenza di morte decretata da Pilato. Qui i frati francescani, nell'ultima settimana di Quaresima prima della Settimana Santa, hanno guidato la pellegrinazione a memoria di questa condanna e del cammino di Gesù fino al Calvario.
Una meditazione sul “dramma più grande di tutta la storia dell’umanità”, come ha ricordato padre Artemio nella sua omelia. Ma “seguire Cristo fino al Calvario – continua il vicario – non è un fallimento ma una Grazia. Prendere la sua croce e seguirlo significa entrare nella logica di Dio, logica di umiltà, di povertà, di rinuncia ad ogni violenza, di pace e di perdono, essere al servizio dei fratelli come fece Gesù sulla Croce”.
Con la memoria della Condanna, Gerusalemme, come tutti i cristiani, si prepara a vivere gli ultimi giorni che separano dalla Pasqua:
P. MATTEO MUNARI, ofm - Studium Biblicum Franciscanum
“E’ una settimana piena di contraddizioni, o meglio di contrasti, una settimana di gioia e di dolore, una settimana di menzogna e di verità”.
Una settimana che comincia con la gioia della Domenica delle Palme, momento in cui ci si illude che Gesù sia stato accolto. Una gioia già segnata dalla tristezza, spiega padre Matteo, dipinta sul volto di Gesù che sa che dovrà essere condannato, soffrire, essere flagellato, morire, fino alla gioia nuova e grande della Resurrezione
“Forse è la settimana in cui è stata fatta l’ingiustizia più grande nella nostra storia, la settimana in cui Dio è stato considerato un bestemmiatore. E’ la settimana nella quale un innocente viene dichiarato colpevole, è la settimana nella quale un giusto viene condannato a morte come malfattore. Però è anche una settimana di verità, perché è una settimana nella quale noi possiamo incontrare e conoscere il vero volto di Dio, cioè di un Dio che ci ama cosi tanto al punto di essere pronto a soffrire e morire in croce per noi. Ed è anche un Dio che fa trionfare la verità nel momento in cui risorge e ci dice che quell'uomo condannato come malfattore e come ingiusto in realtà era il figlio di Dio stesso che ci ama infinitamente ed e’ pronto a morire per noi e a risorgere per noi”.
Una settimana intensa e ricca, a Gerusalemme. A partire da martedì, alla Flagellazione, al Santo Sepolcro e al Getsemani durante le messe verrà cantata la Passione secondo il racconto dei quattro evangelisti. Giovedì, la memoria della Cena domini e della Lavanda dei piedi si celebreranno al Sepolcro e al Cenacolo, mentre la sera, intorno alla Pietra dell’Agonia si pregherà con il Custode nell'Ora santa che ricorda i momenti precedenti alla cattura di Gesù nell'Orto degli Ulivi. Venerdì, la memoria della Passione al Calvario, la Via Crucis e la cerimonia del funerale di Cristo, che evoca la deposizione nella Tomba. Le celebrazioni per la Resurrezione pasquale cominceranno, al Santo Sepolcro, con la Veglia Pasquale che, secondo le regole dettate dallo Statu Quo, si svolge la mattina presto, raccolti intorno all'edicola che racchiude la Tomba vuota.