Un “viaggio della speranza” che si è trasformato in un buco nero. Da un anno non si sa più nulla degli oltre 800 i ragazzi tunisini che, per il loro primo assaggio di libertà dopo la fine del regime di Ben Alì, hanno deciso nel marzo 2011 di imbarcarsi dal loro Paese verso l’Italia. “Che ne è stato di loro? Perché non hanno più dato notizie di sé? Sono vivi o sono morti?” Il grido di dolore partito ben presto dalle loro madri e dai loro padri ha fatto molto rumore in Tunisia, mentre qui in Italia è passato un po’ in sordina. In ogni caso, finora nulla si è mosso. Così, stanchi di aspettare inutilmente una risposta istituzionale, all'inizio di febbraio una delegazione di questi genitori tunisini è venuta in Italia per provare a cercare i loro ragazzi di persona. Perché almeno di una cosa sono sicuri: le barche con i loro figli, in Italia ci sono arrivate.
"Immagini, tu?" chiede il testo di un appello delle famiglie dei migranti tunisini partiti subito dopo la rivoluzione verso l'Europa e che non hanno dato notizia del loro arrivo, "tuo fratello o tuo figlio parte e non dà più notizie di sé dopo la sua partenza. Non è arrivato? Non lo sai (...) potrebbe essere in una cella di isolamento, potrebbe essere stato arrestato come passeur, potrebbe essersi rivoltato nel centro di detenzione, potrebbe...
Da una sponda all'altra: vite che contano