sabato 18 febbraio 2012

Mons. Ravasi: Il Cortile dei Gentili allarga i confini

IL CORTILE DEI GENTILI

Dall'illuminista Parigi alla Tirana ex comunista; da Assisi, patria del Poverello, a Bucarest, porta d’Oriente. E, a venire: Barcellona, vetrina della Sagrada Familia, Stoccolma, terra dei Nobel, la Milano sede della Borsa, Marsiglia, patria di Albert Camus. In futuro: Gerusalemme, Washington, Vienna. Il Cortile dei gentili si allarga e abbraccia culture, località, centri accademici diversissimi ma uniti – chiarisce il cardinale Gianfranco Ravasi, regista dell’operazione voluta da Benedetto XVI – dal desiderio di indagare il senso del mistero dell’uomo. 
Dall'iniziale intuizione del pontefice (eravamo nel dicembre 2009) affinchè la Chiesa aprisse un «nuovo Cortile dei gentili» per dialogare con quanti «sentono la religione come una cosa estranea» ma vogliono avvicinare Dio «almeno come uno Sconosciuto», molto è già stato fatto e altrettanto è in cantiere. Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, confida: «Il problema è tener testa alle tantissime richieste: tutto questo significa che c’è un desiderio comune contrassegnato dalla ricerca di senso». Insomma, da quando il laico "Le Figaro" titolò l’anno scorso «Il Vaticano si invita alla Sorbona» (inaudito negli anni passati, se si pensa alla Francia laicissima), ormai sembra soffiare un’aria nuova tra Chiesa e cultura umanista: Julia Kristeva, Jean Clair, Remo Bodei, Axel Kahn, Giuliano Amato, Jean Luc Marion, Rémi Brague, Jean-Claude Casanova, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Fabrice Hadjadj. Questi solo alcuni dei nomi che hanno punteggiato il primo anno di vita del Cortile. E altri se ne stagliano all'orizzonte.


A Mitterand che chiedeva: "In cinque minuti mi dica la sostanza della Sua esperienza di filosofo", Jean Guitton rispondeva: "E' la scelta tra due soluzioni: l'assurdo e il mistero". Christopher Hitchens aveva scelto la prima soluzione, denunciando la religione come "la fonte principale dell'odio in questo mondo". Insisteva Mitterand: "Ma qual è la differenza? Anche il mistero sembra assurdo!
" E Guitton: "No, l'assurdo è un muro impenetrabile contro cui ci si spiaccica in un suicidio. Il mistero è una scala: si sale di gradino in gradino verso la luce, sperando". Quale uomo di fede, la mia speranza è di vedere il giovane ribelle voltarsi verso la luce e salire di gradino in gradino fino all'oceano di amore nel quale tutto l'odio del mondo viene immerso. Non ho avuto modo di invitare Hitchens a entrare nel Cortile. Mi sarebbe piaciuta l'idea di dialogare con lui al di fuori di polemiche e atteggiamenti preconcetti, cioè come methórios, cosí come definiva il sapiente Filone d'Alessandria. É proprio questa l'idea del Cortile dei Gentili: uno spazio aperto alla luce in cui si incontrano e si scontrano l'assurdo e il mistero, la pura razionalità e il "Tu Sconosciuto". Spero che la morte sia stata per lui "una porta che si spalanca e irrompe il futuro", riprendendo l'aforisma di Graham Greene che tanto amava citare. Sarebbe per lui come entrare in una nuova infanzia. (Cardinal Ravasi)