Nelle Chiese orientali la festa del 2 febbraio è una delle dodici grandi feste dell’anno liturgico. Testimoniata già nella seconda metà del IV secolo, sottolinea l’incontro tra l’umanità, rappresentata dai vegliardi Simeone e Anna, e la divinità, lo stesso Cristo Signore...
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I valori teologici che caratterizzano questa festa sono molto forti, pertanto lo schema iconografico si è fin dall'inizio mantenuto abbastanza stabile. Da un lato la Beata Vergine che porge il bambino a Simeone, dall'altro il Santo vegliardo che lo riceve. Fanno contorno le figure di San Giuseppe e della profetessa Anna. L’unico elemento importante che può differenziare le icone sta nella rappresentazione di Simeone con il bambino in braccio, in altre la tensione del gesto di Simeone per prendere in braccio Gesù. In secondo piano, ma sempre al centro della scena, si intravedono gli elementi che schematizzano il concetto del Tempio: un baldacchino (ciborium), una rappresentazione del presbiterio (vima), o frequentemente una chiesa bizantina.
Non è raro vedere sullo sfondo anche degli elementi architettonici esterni; si tratta di un richiamo visivo al pinnacolo su cui il diavolo portò Gesù per tentarlo. « Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio. »(Matteo 4,5)
Il centro della scena è comunque sempre dominato dalla Vergine, ella simboleggia il Tempio vivente.
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