sabato 31 dicembre 2011

TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO - OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI


CELEBRAZIONE DEI PRIMI VESPRI 
DELLA SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO
TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Basilica Vaticana
Sabato, 31 dicembre 2011

Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Presbiterato,
distinte Autorità,
cari fratelli e sorelle!
Siamo raccolti nella Basilica Vaticana per celebrare i Primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio e per rendere grazie al Signore al termine dell’anno, cantando insieme il Te Deum. Ringrazio voi tutti che avete voluto unirvi a me in questa circostanza sempre densa di sentimenti e di significato...
Un altro anno si avvia a conclusione mentre ne attendiamo uno nuovo: con la trepidazione, i desideri e le attese di sempre...
«Te Deum laudamus!» Noi ti lodiamo, Dio! La Chiesa ci suggerisce di non terminare l’anno senza rivolgere al Signore il nostro ringraziamento per tutti i suoi benefici. È in Dio che deve terminare l’ultima nostra ora, l’ultima ora del tempo e della storia. Dimenticare questo fine della nostra vita significherebbe cadere nel vuoto, vivere senza senso...
«Te Deum laudamus!». Così canta anche la Chiesa che è in Roma, per le meraviglie che Dio ha operato e opera in essa. Con l’animo colmo di gratitudine ci disponiamo a varcare la soglia del 2012, ricordando che il Signore veglia su di noi e ci custodisce. A Lui questa sera vogliamo affidare il mondo intero. Mettiamo nelle sue mani le tragedie di questo nostro mondo e gli offriamo anche le speranze per un futuro migliore. Deponiamo questi voti nelle mani di Maria, Madre di Dio, Salus Populi Romani. Amen. 

Leggi il testo integrale dell'omelia di Benedetto XVI
Guarda il video


COSTRUIRE LA PACE OGGI di Giovanni Mazzillo

Articolo scritto per HOREB n. 60 - 3/ 2011

Data per scontata l’urgenza di una pace per buona parte da costruire nel nostro mondo di oggi e per quello di domani, le domande sulle quali proponiamo una riflessione potrebbero essere così formulate: 1) In che senso l’agire cristiano è – e non può non essere - un agire di pace? 2) Che cosa dobbiamo fare in quanto cristiani e cittadini? 3) Quali nostre scelte e quale tipologia di prassi quotidiana sono in questa direzione e quali no? 
Tali domande diventano più chiare, diremmo ineludibili, se si accoglie una provocazione nascosta in una preghiera: «Noi siamo buoni cristiani, tu sai che siamo buoni cristiani. Come avviene allora che tanti buoni cristiani non facciano una buona cristianità? Ci dev'essere qualche cosa che non va... Santi ce ne sono, santità ce n'è, e mai il regno della perdizione aveva tanto dominato sulla faccia della terra. Bisognerebbe fare qualche altra cosa, mio Dio; tu lo sai, tu sai tutto, sai quel che ci manca. Ci vorrebbe qualcosa di nuovo» (Ch. Péguy - Il mistero della carità). 
Il “qualcosa di nuovo” è evidentemente nucleo e cuore del Vangelo e di conseguenza punto di riferimento determinante per il nostro agire cristiano. Ed è da esso che bisogna ripartire e ad esso bisogna fare continuo riferimento, con semplicità e verità, aprendo un varco autentico alla Grazia e alla conseguente conversione alla pace, su un piano esistenziale e interpersonale

Leggi tutto: COSTRUIRE LA PACE OGGI di Giovanni Mazzillo (pdf)

Vedi il nostro post:

La pace: incontro con l'altro - HOREB n. 60 - 3/2011



AUGURI


"Diventate vela del mondo che trascina il genere umano dalle secche al largo"
(don Tonino Bello)




La conciliazione tra lavoro e famiglia - un equilibrio instabile

Casa-lavoro, un equilibrio instabile
Conciliazione tra le famiglie e il mondo dell'occupazione: da un'indagine Istat emerge l'esigenza di una maggiore elasticità del mercato. Per dare più flessibilità alle lavoratrici.
Il rapporto su "La conciliazione tra lavoro e famiglia" ribadisce come in Italia le attenzioni per la prole in tenerissima età resti un compito femminile, con conseguenti aggiustamenti nella vita lavorativa. Le occupate a tempo pieno vorrebbero più spazio per la famiglia nelle loro vite, soddisfatte le impiegate part-time

Per approfondire:
La conciliazione tra lavoro e famiglia: i dati ISTAT
Testo integrale pdf (666 KB)
Tavole xls (110 KB)


venerdì 30 dicembre 2011

Dopo il "Salva Italia" ora il "Cresci Italia"

Molti italiani saranno rimasti sbalorditi alla vista di un presidente del Consiglio che si esprime con grafici; altri avranno trovato, tutto sommato, grigia un’esposizione in cui volutamente non si sono toccate corde emotive ma si è enunciata una lunga serie di fatti e di intenzioni. I telespettatori non erano preparati a una lezione in diretta, a un tipo insolito di comunicazione politica e continuano a restare spaesati di fronte a una griglia di provvedimenti che incide su moltissimi aspetti della società italiana. 

... Nella sua prima conferenza stampa di fine d'anno, il presidente del Consiglio parla il linguaggio ruvido del disincanto. Il decreto Salva-Italia ha raggiunto l'obiettivo. "Eravamo sull'orlo del burrone, ma non ci siamo caduti". "Ora non siamo più vicini alla Grecia". "L'alternativa non era tra una manovra recessiva e una manovra espansiva, ma tra fare questa manovra e non fare nulla, cosa che avrebbe avuto un effetto esplosivo". Sono tante le frasi che restano impresse, e che danno la misura del baratro per adesso evitato. 

... La verità è che siamo al centro dell’attenzione mondiale e non per le virtù che pure possediamo, bensì perché l’economia globale ci guarda per sapere se sarà scongiurata o meno la catastrofe dei debiti sovrani. Una tale considerazione basterebbe da sola a motivarci ad adottare comportamenti razionali ma vale la pena ricordare come in gioco ci siano le conquiste civili di cui andiamo fieri: il nostro welfare, lo stile di vita italiano, la forza delle nostre comunità...

Per uscire dalla spirale italiana c'è una sola via obbligata: riconquistare la fiducia del mondo. Il Sole 24 Ore batte su questo punto da tempi non sospetti e ha il dovere di segnalare che il percorso da compiere è impegnativo, non ha alternative. Non c'è tempo, ha detto ieri il presidente del Consiglio Mario Monti: da quello che riesce a fare o non fare l'Italia dipende il futuro dell'euro e, di conseguenza, dell'economia globale, dobbiamo togliere i pregiudizi sbagliati che l'Europa e il mondo hanno su di noi.
Leggi tutto: La sfida

Conferenza stampa di fine anno del presidente Monti


Vedi anche alcuni dei nostri post precedenti:

Decreto salva-Italia - Interventi ed opinioni

"Disarmo vuol dire futuro. Per un’economia di giustizia e di pace" Convegno nazionale di Pax Christi Italia e 44ª MARCIA NAZIONALE PER LA PACE - Brescia, 30 e 31 dicembre

Pace, il futuro è nel disarmo
A Brescia un convegno su una nuova economia di giustizia e la Marcia nazionale della pace. Nessun taglio, però, alle spese militari. E il Papa, nel Messaggio: "Cari giovani...".

Tre giorni di incontri, dalla sera del 29 alla mattina del 31 dicembre, per prepararsi alla 44ª Marcia nazionale della pace. Così Pax Christi attende il nuovo anno. Il tema scelto, che viene introdotto da monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e presidente dell'organizzazione, ha direttamente a che fare con la città di Brescia che quest'anno ospita sia la marcia che il convegno: «Disarmo vuol dire futuro. Per un’economia di giustizia e di pace». La patria di Paolo VI, infatti, è anche la provincia nella quale si produce il maggior numero di armi nel nostro Paese. La riflessione a tutto campo analizza anche la possibilità di riconversione delle industrie belliche e l'intreccio tra commercio delle armi e investimenti delle banche. 

«Tagli agli armamenti?», è stato chiesto al nuovo ministro della Difesa, l'ammiraglio Giampaolo Di Paola. «Non credo proprio», è stata la sua secca risposta. Infatti nella manovra del Governo Monti di tagli all’apparato militare italiano non c’è traccia, anzi vengono stanziati 700 milioni di euro, per garantire le missioni militari all’estero fino alla fine del 2012(il primo semestre era stato finanziato nella Legge di stabilità con 700 milioni di euro) quindi escludendo qualsiasi possibile risparmio durante l’anno. 

In occasione della Giornata mondiale della pace il Papa lancia un chiaro appello a tutti: se vogliamo costruire un futuro di giustizia e di pace dobbiamo aprirci ai giovani, saperli ascoltare e valorizzare. E poi precisa: «Non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società». 

Visita nel sito della diocesi di Brescia la pagina dedicata alla 44ª MARCIA NAZIONALE PER LA PACE

Niente tagli per i cacciabombardieri F35

L’F35 è come La corazzata Potëmkin, una “c…. pazzesca”. Non lo dicono i pacifisti militanti avvolti nelle bandiere arcobaleno, neanche i padri missionari che operano nelle zone di guerra. Lo dicono gli esperti. Lo scrive addirittura il Pentagono in una nota interna rilanciata dall'agenzia Afp e ripresa dal Fatto. Si tratta di un aereo inaffidabile, che non funziona come dovrebbe e che avrà bisogno di continui interventi per svolgere i propri compiti.
Insomma, non è proprio un affare e l’Italia sta per sprecare un mucchio di soldi che potrebbero essere investiti diversamente. In modo più giusto e proficuo. 

... È accettabile che in questo momento il nostro Paese contribuisca a costruire ed acquisti un centinaio di strumenti di morte e di attacco investendo 13 Miliardi di euro? Ancora e sempre vale, tragicamente, il discorso alla Società Americana Editori del Presidente degli Stati Uniti, Dwight D. Eisenhower, dell’aprile 1953: «Ogni ordigno prodotto, ogni nave da guerra varata, ogni missile lanciato significa, infine, un furto ai danni di coloro che sono affamati e non sono nutriti, di coloro che sono nudi e hanno freddo».

“Non stupisce la recente difesa d’ufficio da parte del Ministro-Ammiraglio Giampaolo Di Paola della partecipazione italiana al programma per il cacciabombardiere F-35. Non pensavamo però fosse capace di affermare che non è uno spreco soprattutto dopo le recenti notizie di ulteriori problemi tecnici provenienti dal Pentagono”. E’ il commento della Rete Italiana per il Disarmo alle recenti dichiarazioni televisive del Ministro, alla luce del recente rapporto dal titolo “F-35 Joint Strike Fighter Concurrency Quick Look Review” elaborato da alti ufficiali del Dipartimento della Difesa USA che rivela impietosamente la mole di guai del programma.

"Disarmo vuol dire futuro. Per un’economia di giustizia e di pace" Convegno nazionale di Pax Christi Italia - Brescia, 30 e 31 dicembre

Brescia è stata scelta dalla Caritas Italiana e da Pax Christi per ospitare il tradizionale evento nazionale. L'anno scorso era toccato ad Ancona. San Silvestro speciale per migliaia di pacifisti che dopodomani sera sfileranno fra silenzi e preghiere dall'Iveco a San Nazaro e Celso 

A Brescia, 30 e 31 dicembre Convegno nazionale di Pax Christi Italia. 
I temi sfidano il movimento su disarmo ed economia, banche e finanza.
Programma

Abbiamo chiesto a Mauro Scaroni di presentarci il convegno di fine anno a Brescia.

Quest’anno a Brescia ma da tanti anni l’ultimo dell’anno è dedicato alla marcia per la pace. Che significato ha secondo te questo evento ed in particolare nella tua città?
Quest’anno Brescia ospiterà per la seconda volta la Marcia nazionale per la pace. Questo evento- anticipato da 2 momenti di approfondimento sul tema della giornata mondiale ” Educare i giovani alla giustizia ed alla pace”- vorremmo, che per la città, possa essere anzitutto strumento di dialogo e favorisca percorsi di integrazione e riconciliazione, a partire dalle nostre comunità cristiane spesso rassegnate quando non sopite e chiuse. Durante la Marcia toccheremo alcune delle stridenti contraddizioni, degli ostacoli alla Giustizia ed alla Pace, presenti sul nostro territorio: il dramma del lavoro che non c’è, la produzione armiera (a Brescia si produce il 90% delle armi leggere), gli ostacoli- anche istituzionali- ai necessari percorsi di dialogo e di integrazione tra stranieri ed ” indigeni”, le condizioni sub- umane in cui versano i detenuti in parecchie carceri ( quello di Brescia, Canton Mombello è in Italia, il secondo peggio messo, dopo quello di Lamezia per sovraffollamento); faremo poi tappa in piazza della Loggia luogo della strage fascista nel 1974 tuttora impunita.

Pax Christi vive sempre il suo convegno nazionale di fine anno. I temi del convegno di Pax puntano in alto e sono di grande attualità che ci racconti a riguardo?
Quest’anno i temi del convegno sono particolarmente impegnativi; vero, sembrano ” alti” ma sono ” quotidiani” e coinvolgono ciascuno di noi, le nostre scelte individuali e collettive (il nostro consumare, risparmiare, lavorare, pregare, vivere…); esercitando, quindi un ruolo di cittadinanza consapevole ed attiva, di credenti e testimoni della parola di Dio- seppur in mezzo a tante contraddizioni- secondo il sempre attuale motto ” PENSARE GLOBALMENTE ED AGIRE LOCALMENTE”.

Quest’anno il messaggio della giornata mondiale ci invita ad ” educare i giovani alla giustizia e alla pace” che possiamo fare noi come movimento cattolico?
“ Educare i giovani alla giustizia e alla pace” anzitutto testimoniando con tenacia e coerenza per dare credibilità al nostro dire avendo il coraggio (?) di fare, talvolta, un passo indietro, in modo che questo ” educare” sia un percorso collettivo e che interpelli anzitutto i giovani ad essere loro stessi ” agenti” di educazione e non semplicemente oggetto dell’azione educativa. La scommessa del ” nostro” Collettivo giovani fa ben sperare in questo senso!
Arrivederci a Brescia
(Fonte PAX CHRISTI)


giovedì 29 dicembre 2011

La pace: incontro con l'altro - HOREB n. 60 - 3/2011

TRACCE DI SPIRITUALITA'

A CURA DEI CARMELITANI

Quando si parla di pace, oggi, facilmente si fa riferimento ad alleanze strategiche, equilibrio di forze e di armi; si ritiene quindi che la pace sia frutto di alchimie politiche e del buon senso dei “grandi” di questo mondo. 
Nella riflessione biblica, la pace è, prima di tutto, dono che procede da Dio e non dagli uomini, essa è costitutiva della natura di Dio, infatti, Pace è il suo nome, «Jhwh-Shalom» (Gdc 6,24). 
Gesù viene sulla terra per annunciare agli uomini che Dio è Signore di tutti e quindi per portare a tutte le genti la nuova novella della pace (At 10,36). Egli non è solo colui che evangelizza la pace, ricorda Paolo, ma anche colui che, mediante il sangue della sua croce, riconcilia tutte le cose, facendo la pace (Col 1,20). 
Con la sua morte in croce, sottolinea ancora l’Apostolo, Gesù distrugge in sé l’inimicizia, abbatte il muro di separazione che tiene lontani giudei e pagani, e crea un uomo nuovo, per cui, conclude Paolo, “Gesù è la nostra pace” (Ef 2,14). 
Proprio perché Gesù è la nostra pace, per chi accoglie il suo spirito e si lascia coinvolgere nel suo vissuto, la pace non si pone come esigenza etica o sociale, ma essa è intrinseca al dono globale, definitivo e supremo fatto da Dio all'uomo per mezzo di Gesù Cristo, allora la pace è costitutiva della vita del credente, in quanto vita coinvolta nel dinamismo trinitario e animata dallo spirito del Padre e del Figlio, che è Spirito di comunione e di pace.

Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.

Leggi tutto:
Editoriale
Sommario


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)


Berlino 28 dicembre 2011 - 1 gennaio 2012: 34a edizione dell’incontro europeo animato dalla Comunità di Taizé /2

L’accoglienza nella hall d’ingresso 
di Messegelände
Per la prima volta uno dei nostri incontri europei si svolge a Berlino.
Berlino: città segnata dalle più grandi diversità; città rivolta verso il futuro ma anche alla ricerca di una integrazione della dolorosa memoria del passato; città la cui popolazione ha mostrato di non lasciarsi scoraggiare da situazioni difficili. Pur essendo una minoranza, i cristiani cercano di vivere il Vangelo. Appartenenti a differenti confessioni, la loro comune testimonianza ed il loro impegno ecumenico non sono una semplice opzione bensì una vitale necessità. Numerose parrocchie sono luoghi di solidarietà umana dove i poveri trovano accoglienza.
La prima visita di un fratello di Taizé a Berlino risale al 1955...


Per dare notizie dell’incontro a chi non può venire a Berlino, su questa pagina sarà messo un riassunto delle attività di ogni giorno, con delle testimonianze da giovani venuti a Berlino da tutta l’Europa. 

La preghiera nel padiglione del silenzio

Per seguire le preghiere in diretta via webcam ogni sera alle ore 19. 
I podcasts saranno disponibili lo stesso giorno alle ore 22

Vedi il nostro post precedente:

Rai Storia celebra gli 80 anni di Famiglia Cristiana

Martedì 3 gennaio, alle ore 23, Rai Storia celebra gli 80 anni di Famiglia Cristiana, con un'intervista al direttore don Antonio Sciortino. Ecco una sintesi della trasmissione.

I "nostri" 80 anni a Rai Storia



Martedì 3 gennaio, alle ore 23, Rai Storia celebra gli 80 anni della rivista Famiglia Cristiana. Con il direttore, don Antonio Sciortino, ripercorriamo le tappe fondamentali del nostro Paese, filtrate attraverso gli articoli e le inchieste del settimanale. Dal 1931, anno della nascita del giornale Paolino voluto dal beato Giacomo Alberione, fino ai giorni nostri e alla sua distribuzione anche attraverso le nuove tecnologie digitali. La puntata, grazie al prezioso contributo delle Teche Rai, si arricchisce anche di immagini inedite tratte da un documentario di Sandro Bolchi e Diego Fabbri.

Per vedere lo "speciale" di Rai Storia dedicato agli 80 anni di Famiglia Cristiana ci sono più possibilità:

1) canale 54 del digitale terrestre

2) canale 23 di Tivú Sat

3) in streaming su www.storia.rai.it

4) canale 805 della piattaforma SKY


mercoledì 28 dicembre 2011

Berlino 28 dicembre 2011 - 1 gennaio 2012: 34a edizione dell’incontro europeo animato dalla Comunità di Taizé

L’incontro europeo dei giovani, animato ogni anno dalla Comunità di Taizé, dal 28 dicembre 2011 al 1 gennaio 2012, si tiene per la prima volta a Berlino. Circa 30.000 giovani di tutta Europa e altri continenti si riuniscono per questa nuova tappa del «pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Dopo Bruxelles, Poznan e Rotterdam, questa 34a edizione dell’incontro europeo è una risposta all'invito delle Chiese cattolica e protestante e del comune di Berlino. Per cinque giorni, la capitale tedesca sarà una piattaforma europea della gioventù e il simbolo di un’Europa unita. Infatti, la riunione di Berlino si svolge in un momento in cui l’Europa sente il bisogno di un nuovo soffio di vita e in molti s’interrogano sui fondamenti e i limiti della solidarietà europea.
Leggi tutto il comunicato stampa 30 000 giovani a Berlino

(video clip realizzato nel 2009)

"Le Frontiere dello Spirito" puntata del 25 dicembre 2011


Domenica 25 dicembre 2011 "Le Frontiere dello Spirito" celebra il giorno di Natale con una puntata speciale condotta da Maria Cecilia Sangiorgi e dal cardinale Gianfranco Ravasi.

"Io quasi non vedo la povertà, io vedo la persona come una stella aggrappata alla tenebra, all'oscurità. La povertà è un'oscurità, non vedo la povertà e sento pietà per la persona, vedo la persona schiava della povertà ed ho il desiderio di trovare insieme come uscire da questa tenebra, da questa schiavitù della povertà" 
Con queste parole di padre Richard Frechette si apre il servizio "Natale con padre Rick" 
La puntata infatti è dedicata proprio a questo missionario passionista, che ha scelto come missione di andare tra i popoli che sono nell'oscurità che hanno bisogno di essere tirati fuori e portati alla luce... 
Sacerdote e medico in prima linea ad Haiti, dove svolge il suo mestiere di dottore e “angelo” dei bambini.

Natale: una questione di giustizia per popoli e individui. Due storie: la drammatica situazione umanitaria delle popolazioni del Sudan e la vicenda di Asia Bibi

Un gruppo di profughi sudanesi.
Fare un articolo natalizio non è mai facile. Si deve ricercare l’originalità, l’aspetto più profondo, la notizia meno gettonata. Eppure, alla fine, la questione è sempre la medesima, quella che riguarda la giustizia. Da un lato essa richiama scenari globali, coinvolgendo interi popoli e regioni, e si concretizza nello stridente contrasto tra la povertà e il consumo che, a livello globale, è fonte e conseguenza di gran parte degli squilibri economici, politici e sociali del pianeta.
Il significato dirompente del Natale, che travalica qualsiasi confine confessionale e religioso, sta tutto in un nuovo modo di cogliere la realtà: la povertà, l’insignificanza e la debolezza possono essere rovesciate in un modello di vita capace di cambiare il mondo. Non si tratta di una esaltazione della miseria, paravento utile per il capitalismo “compassionevole” e sfruttatore, ma di una sete di giustizia che obbliga lo sguardo ad immergersi nelle situazioni più tragiche e degradate sapendo che là si può celare la scintilla del riscatto.
Asia Bibi
Da un altro lato l’immagine delle ingiustizie si può trovare in vicende individuali in cui si ritrovano condensati i drammi che affliggono l’umanità: l’intolleranza, la mancanza di libertà, l’odio nei confronti del diverso, l’incapacità di pensare a un futuro migliore. Centinaia di migliaia sono i detenuti “politici” nelle prigioni dei vari regimi autoritari del mondo, centinaia di migliaia sono però le persone condannate all'indigenza da un sistema economico che chiama in causa la responsabilità del nostro Occidente ricco.
Ecco allora due storie, una di popolo, l’altra di una donna qualunque.



Benedetto XVI - messaggio urbi et orbi - "Veni ad salvandum nos! Vieni a salvarci!" - "La vera sapienza" di Marina Corradi

Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero!
Cristo è nato per noi! Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama. A tutti giunga l’eco dell’annuncio di Betlemme, che la Chiesa Cattolica fa risuonare in tutti i continenti, al di là di ogni confine di nazionalità, di lingua e di cultura. Il Figlio di Maria Vergine è nato per tutti, è il Salvatore di tutti.
Così lo invoca un’antica antifona liturgica: “O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio”. Veni ad salvandum nos! Vieni a salvarci! Questo è il grido dell’uomo di ogni tempo, che sente di non farcela da solo a superare difficoltà e pericoli. Ha bisogno di mettere la sua mano in una mano più grande e più forte, una mano che dall’alto si tenda verso di lui. Cari fratelli e sorelle, questa mano è Cristo, nato a Betlemme dalla Vergine Maria. Lui è la mano che Dio ha teso all’umanità, per farla uscire dalle sabbie mobili del peccato e metterla in piedi sulla roccia, la salda roccia della sua Verità e del suo Amore (cfr Sal 40,3).



In fondo, sta tutto in quelle quattro parole. «Veni ad salvandum nos», re­cita l’antica antifona liturgica evocata da Benedetto XVI nel messaggio Urbi et Orbi: «Vieni a salvarci». Il senso profondo del Natale sta tutto in questa invocazione da prigionieri, o da naufraghi. Ma noi, sappiamo ancora di avere bi­sogno di essere salvati? A volte sembra che il senso del Natale se ne resti coperto da una crosta spessa di tempo, di abitudine, di sentimentalismo; e che anche fra noi cristiani si smarrisca la memoria della drammaticità dell'av­vento di un Dio che nasce come un uomo, da una donna. Che bisogno ce n’e­ra? potrebbe chiedersi uno dei nostri fi­gli. Che bisogno ce n’è, se gli uomini sono così potenti, audaci nella scienza e nella tecnologia, e da sé ben capaci di sapere cos'è bene e cosa è male? Nulla è più inutile di un salvatore, in un mon­do che non ha bisogno di essere salvato.
Leggi tutto: La vera sapienza di Marina Corradi


martedì 27 dicembre 2011

"Ripartiamo dal senso del dovere" di Bruno Forte

«Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio». È impressionante l'attualità di queste parole del profeta Michea (6,8), che ci giungono dall'ottavo secolo prima di Cristo. Il contesto è quello di un grave momento di crisi: insicurezza all'esterno, difficoltà e prove all'interno del popolo eletto...
Augurare a tutti la gioia del Natale, nella speranza legata a quel Bambino venuto fra noi, significa anche augurarsi che nuovi protagonisti, ispirandosi alle parole di Michea, si affaccino nella storia comune per renderla meno lontana dal sogno di Dio. Nessuno si tiri indietro rispetto al dovere di fare la sua parte. Solo così potremo dire insieme e nella verità: Buon Natale, Italia! 

Leggi tutto: Ripartiamo dal senso del dovere di Bruno Forte


Il cardinale Martini intervistato da Eugenio Scalfari e Andrea Tornielli

Il Cardinale Carlo Maria Martini
 in un ritratto  di Paolo Galetto
Eugenio Scalfari e il cardinale Martini ragionano sui nodi che stringono fede ed esistenza terrena. Due punti di vista partiti da premesse diverse cercano nella giustizia nella carità e nel perdono una prospettiva comune. 
Leggi tutto: Il senso della vita nelle parole di Gesù di Eugenio Scalfari 

Il cardinale, nato a Torino nel 1927, ha accettato di dialogare con La Stampa sul senso del Natale in questo tempo di crisi, invitando ancora una volta ad avere speranza, perché «ci sono nel mondo tante forze buone che agiscono», lui che ha confessato «di aver sempre creduto più nella forza irradiante e contagiosa del bene che nella deplorazione del male» 


lunedì 26 dicembre 2011

Lettere al cardinal Martini: "Sostenere i poveri per aiutare noi stessi - La crisi va affrontata con coraggio civile" di Carlo Maria Martini


Si parla molto oggi di «crisi», intendendo con ciò molte cose disparate, ma unite dalla sensazione comune: «Non abbiamo più i soldi per tirare avanti». Io non ho capito bene l'origine e la motivazione profonda di tale crisi: perché alcuni la collegano con la dirigenza sconsiderata di banche dell'Estremo Oriente, altri puntano il dito contro il prepotere americano, altri con lo stato del debito pubblico italiano... Probabilmente le cause sono numerose e gli errori si sono collegati tra loro così da dare l'impressione di una valanga. Ma, come sempre avviene, i primi a soffrirne sono i poveri. Qui occorre allargare il senso di questa parola a tutte quelle persone che perdono il lavoro, magari a quaranta o cinquanta anni, e non sanno dove sbattere la testa, e anche a quelli che dovranno fare sacrifici non da poco per non essere rifiutati dai loro amici. La crisi colpisce tutti, e molto di più quelli che non hanno nessun potere. Essa produce anche una situazione esistenziale tendente alla depressione, soprattutto in coloro che sono persuasi che non c'è nulla da fare. Sono d'accordo che una parola della Chiesa sia necessaria in questi momenti. Mi pare che ce ne siano e anche molto autorevoli. 
Anzi è sembrato a qualcuno che la Chiesa stesse esagerando...



"Torniamo sulla strada di Betlemme" di Enzo Bianchi

“Non dimenticate l’ospitalità: alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo”. 
Questa esortazione della Lettera agli Ebrei – che fa riferimento alla vicenda di Abramo che a Mamre accolse tre pellegrini stranieri rivelatisi poi messaggeri di Dio – ci offre una chiave di lettura del Natale e del suo senso nella nostra società oggi...
Quest’anno molti vivono un Natale più difficile del solito, non solo in quei luoghi dove la vita è sempre faticosa o dove testimoniare la propria fede è sovente a rischio fino alla persecuzione, ma anche nel nostro paese, con sempre più persone in ristrettezze economiche. Questo dato si interseca con una sorta di ambivalenza legata alle festività natalizie: da un lato siamo quasi naturalmente più disposti ad atteggiamenti di benevolenza verso il prossimo, di bontà, di riconciliazione; d’altro canto tendiamo a vivere questi sentimenti “tra noi”, all’interno della ristretta cerchia degli intimi...

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domenica 25 dicembre 2011

Natale: La nascita del “Figlio Amato”

Raccontano che il famoso filosofo greco Diogene, camminando per Atene, accese in pieno giorno una lanterna; quando gli domandarono il perché, rispose: “Sto cercando esseri umani”. E quando la gente gli si avvicinava, spaventava tutti con un bastone e diceva: “Ho chiamato esseri umani, non spazzatura”. E tutti ridevano. “Gesù, invece,” commenta l’economista Hinkelammert, “è più ottimista: va in cerca di esseri umani senza lanterna, e li trova dappertutto. Sembra che non lo siano, però Gesù scopre che sì sono esseri umani, e chiama le persone ad esserlo”.
In realtà anche Gesù, che fu crocifisso sullo strumento di tortura riservato ai delinquenti e ai ribelli, agli occhi dell’Impero era ‘spazzatura’, un omuncolo senza alcuna importanza. Ma ciò che l’Impero considerava ‘spazzatura’, agli occhi di Dio era invece un “Figlio Diletto” (Mc1,11). Possiamo dunque affermare che col Natale appare sullo scenario della storia un personaggio nuovo: il Figlio Amato. Nel momento in cui nacque Gesù sul palcoscenico della vita politica c’erano solo schiavi, servi, Re e Imperatori. Adesso, l’apparizione sulla scena mondiale dell’essere umano come Figlio Amato cambia completamente il senso della storia. Ecco, dunque, il messaggio del Natale: qualsiasi essere umano che nasce, anche l’ ‘omuncolo’ più povero, Dio lo considera un Figlio Amato, e questo gli conferisce una dignità che nessuno potrà cancellare.

Leggi tutto: Natale: La nascita del “Figlio Amato”


Omelia di P. Aurelio Antista

Omelia di P. Aurelio Antista
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
Notte di Natale
24/25.12.2011

"Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce" 
Così iniziava il brano del profeta Isaia che abbiamo ascoltato nella prima lettura, ed è proprio vero, l'evento che celebriamo in questa notte santa è un evento di luce, una luce che squarcia le nostre tenebre, una luce che vince le nostre paure, illumina di gioia il nostro cammino, una luce che dà speranza ai piccoli della storia. Questo evento di luce così singolare è la nascita al mondo del Figlio di Dio...

ASCOLTA




Gli auguri per un Natale vero e un futuro più colorato di mons. Franco Montenegro, arcivescovo di Agrigento

... Più che "buon Natale" dovremmo saperci augurare un "vero Natale", e diventa vero il Natale quando Gesù è protagonista di questo giorno... Lui nasce per portarci luce e speranza... Lui che viene a dirci quella parola di cui abbiamo bisogno... "non aver paura, non temere, io ci sono, sono con te"...




sabato 24 dicembre 2011

AUGURI

Possa il Signore Gesù
toccare i nostri occhi
per renderci capaci di guardare
non ciò che si vede
ma quello che non si vede.
Possa aprirli,
questi occhi,
perché contemplino
non il presente, ma l'avvenire
e possa donarci
gli occhi del cuore
con cui possiamo vedere Dio
attraverso lo Spirito. (Origene)




"Natale in tempo di crisi" di Vittorio Cristelli

La tentazione ricorrente nelle solennità come il Natale è quella di farne una parentesi, come avviene per i week-end e per le ferie che ci prendiamo per lasciare a casa i problemi, le preoccupazioni e la stessa politica. Un modo per rifiatare. Succede anche nell'ambito della spiritualità che veniamo addirittura invitati a lasciare fuori dalla porta della chiesa i problemi di tutti i giorni, il rumore dei mass media, le preoccupazioni materiali per concentrarci sul rapporto intimo con Dio e sul senso mistico della festa. Il rischio però è che perdiamo il messaggio che quella festa può rappresentare per quelle stesse preoccupazioni o problematiche e che finiamo per non incontrare neanche più Dio ma solo noi stessi. Sì, come avviene quando fuggiamo in montagna per sentirci finalmente soli con noi stessi.
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Arturo Paoli: fede - gioia - amore

Penso che chi non ha la fede sia una persona necessariamente triste e condannata alla disperazione... 
Penso che la gioia interiore sia propria di persone liberate dalla tirannia del Dio egoista. Secondo la mia esperienza penso che la gioia permanente e in crescendo sia propria di quelli che hanno la coscienza di avere amato.
Il Vangelo non dice che i premiati saranno le persone che hanno praticato la religione come fede e culto, ma gli altruisti... 
Io ho letto diverse volte il giudizio finale e non c'è assolutamente una sola parola allusiva ai credenti e ai praticanti...




venerdì 23 dicembre 2011

"IL NATALE IN TEMPO DI CRISI: COME UNA COMUNITÀ PUÒ RECUPERARE IL SENSO DELLA FESTA" di mons. Vittorio Nozza – direttore Caritas Italiana

Pochi giorni al 25 dicembre 2011. È il tempo dell’attesa, dei preparativi per lasciare che Qualcuno entri nella nostra vita. Come succede in una casa che aspetta la nascita di un figlio: c’è da fare spazio, un letto da preparare, del tempo da dedicare alla nuova vita: non a caso il mistero dell’incarnazione ci viene raccontato dalla culla di Betlemme. Anche l’attesa di un figlio può sembrare un avvenimento impossibile. Soprattutto può creare scompiglio in casa, mandare all'aria i progetti e le idee di una giovane coppia. Come ogni grande sorpresa che ci investe, non ci sentiremmo mai pronti, mai adeguati: è quasi naturale parlare di turbamento e paura. Nessuno ci ha mai preparato all'imprevedibile: attendere un figlio è una scommessa sul futuro, confidare in un dono, dare credito a qualcuno, mettersi a servizio della vita. 
Il tempo della vita, poi, è alternanza di gioie e dolori, fatiche e speranze. A volte i nostri occhi si spalancano nello stupore di fronte alle meraviglie della vita, ma possono riempirci anche del grigio della noia o del nero della disperazione. Ogni angolo della terra ha un popolo che grida, una donna che sperimenta la minaccia, un figlio che ha paura: tutti aspettiamo un tempo di riposo e un po’ di pace. Anche angoscia ed ansia fanno parte dei nostri tempi, fatti di attesa e di domande. C’è una speranza che interroga le nostre paure: che ne sarà della vita? Chi ci dirà qualcosa di futuro? Ha senso che cerchiamo di prenderci cura della storia per “crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti”, come dice l’apostolo?
Il tempo dell’attesa per educarci ad accogliere non è un tempo vuoto di azione. C’è da fare un grande lavoro di costruzione di una nuova umanità, dentro e attorno a noi. Una domanda per tutte: che cosa dobbiamo fare? Cambiare vita in modo radicale oppure occuparci umilmente del nostro quotidiano? Ci dicono: urge una svolta. Sì, ma perché o per chi dovremmo cambiare?