venerdì 18 novembre 2011

Viaggio di Benedetto XVI in Benin (18-20 novembre 2011)

Il saluto di Monti a Benedetto XVI
Benedet­to XVI parte oggi per il suo ventiduesimo viaggio internazionale, il quarto del 2011 (cui vanno aggiunte le cinque visite in Italia), il secondo in Africa. Non male per un pontefice di 84 anni, che fino a domenica si accinge ad affrontare più di 11 ore di volo tra andata e ritorno, un brusco cambiamento di clima e un programma che, ancorché concentrato in tre giorni, sarà molto intenso. Ma al di là delle statistiche (per completezza si potrebbe ricordare che in sei anni e mezzo di pontificato il Papa ha compiuto anche 26 visite in diocesi italiane) proprio questo secondo viaggio africano di Benedetto XVI fornisce lo spunto per alcune riflessioni sul suo modo di viaggiare. Un campo in cui, come in molti altri, la strada intrapresa è stata quella di una continuità creativa con il suo immediato predecessore.

​Un'immagine del Sinodo dei
vescovi africani del 2009
Forse mai come questa volta il viaggio internazionale che Benedetto XVI si accinge a compiere — parte venerdì mattina, 18 novembre, alla volta del Benin, in Africa — si svolge nel segno della continuità apostolica. A Cotonou consegnerà infatti l’esortazione post-sinodale Africae munus nella quale ha voluto raccogliere, e tradurre in orientamenti pastorali, le indicazioni emerse durante l’assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, svoltasi nell’ottobre del 2009.

Il continente che attende Benedetto XVI
Benedetto XVI torna in Africa, un continente spesso visitato dal suo predecessore. Giovanni Paolo II fu sempre accolto con entusiasmo dagli africani, e fu testimone di molti drammi che hanno avvolto il continente in passato. 
Leggi tutto: Africa nuova

Sinodo, spiritualità, nuova evangelizzazione, contraddizioni e sfide, il continente dialoga con Benedetto XVI
Benedetto XVI  nel suo viaggio
 del 2009 in Angola
Benedetto XVI punta sulla globalizzazione della carità. Il Pontefice intende valorizzare il ruolo del continente africano come «polmone spirituale» di un mondo in crisi di spiritualità e come portatore di una cultura e una religiosità su cui il cristianesimo può innervarsi positivamente

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