mercoledì 9 novembre 2011

Grazie agli angeli del fango

Angeli del fango. Le prime pagine dei giornali da un paio di giorni riportano grandi foto di ragazzi intenti a spalare il fango per le strade martoriate di Genova. 
E immediatamente il titolo che usano un po' tutti per descrivere quanto sta accadendo è quello, lo stesso: "Angeli del fango". Il riferimento è a quei giovani che prima a Firenze, nel 1966, poi a Genova, nel 1971, dopo due disastrose alluvioni, si mossero silenziosamente e spontaneamente per cercare di portare il loro aiuto e furono appunto chiamati angeli del fango. Un fatto che sta riaccadendo oggi a Genova.

... Faccia sporca e vestiti che puzzano. A fine giornata non capisci più quali sono gli ultras e quali i ragazzi della Gmg. Uniti dalla melma. Quella spalata via chissà come in ventiquattr’ore, e quella che li ha trasformati in un reggimento monocolore. Se li chiamano "angeli del fango" c’è un perché...

... Sono arrivati a spalare, in migliaia, usando Twitter o Facebook per organizzarsi meglio in squadre. Con i loro stivali colorati, con il sorriso, con la fatica fisica che in molti hanno provato per la prima volta, vanno avanti a lavorare "finché non fa buio", spiegano. Sembrano, anzi sono, razionali e ragionevoli. Soprattutto responsabili. Hanno sofferto con Domenico, 15 anni, che nel fango ha perso la mamma, erano anche lì ieri, nel quartiere straziato dal Ferreggiano, vicino alla chiesa, a assistere a un dolore che li avrà fatti sentire, come tutti noi, impotenti. Li avrà costretti a crescere. In fretta. Come in fretta cercano di lavorare, di spalare, di pulire. La città li coccola e li porta nel cuore, anche adesso come quarant'anni fa, potranno salire sui bus gratuitamente. Purché dimostrino il loro status di angeli. Del fango.

Monsignor Poggi, direttore della Caritas di Genova, racconta la grande generosità dei volontari che stanno prestando il loro prezioso servizio a Genova
Ascolta: Mons. Poggi: Genova e gli angeli del fango