venerdì 26 agosto 2011

"Ci vorrebbe il miracolo di Zaccheo" di Vittorio Cristelli

Siamo tutti allertati: l'Italia è a rischio di bancarotta. Anche il ministro dell'economia Tremonti, dopo averci rassicurati per anni dicendo che i conti dello stato sono a posto e che il nostro Paese sta uscendo dalla crisi più e meglio di altri Paesi, costretto dall'Europa ad anticipare operazioni che aveva previsto per il 2013 e per il 2014, ha sfoderato l'immagine del Titanic, il transatlantico che si schiantò contro un iceberg mentre a bordo si cantata e si ballava. E ora si parla di manovra che costerà lacrime e sangue. 
È giusto che quando la casa brucia ci si attivi tutti a spegnere l'incendio, ma devono farlo anche e soprattutto quelli che l'incendio hanno contribuito ad appiccarlo. È assodato che questa crisi è stata innescata da operazioni finanziarie truffaldine nelle quali a guadagnare sono stati i grossi finanzieri e a perderci sono i milioni di piccoli risparmiatori. L'analisi non è di parte e nemmeno dettata dall'invidia di chi è povero nei confronti di chi è ricco sfondato. Lo dimostrano due autodenunce che hanno fatto clamore nei giorni scorsi: la prima è stata quella di Warren Buffett, il finanziere americano classificato come terzo tra le persone più ricche del mondo. Scrive Buffet: “Mentre i poveri e la classe media combattono per noi in Afghanistan; mentre la maggior parte degli americani stenta ad arrivare a fine mese, noi mega ricchi continuiamo a goderci i nostri sgravi fiscali straordinari”. E le tasse Buffet le paga, ma rileva e confessa che mentre lui versa al fisco il 17,4% del suo imponibile, i suoi dipendenti per le stesse leggi arrivano a dover pagare il 41% di quando percepiscono.
Gli ha fatto eco dall'Italia...

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