sabato 16 luglio 2011

"La nostra paura del tempo libero" di Alessandro D'Avenia

Il paradosso del periodo più atteso
Vacanze, così le chiamiamo. Dal latino vacatio, ciò che è vuoto. Dopo un anno di battaglie, fatiche, impegni non vogliamo più scadenze, obblighi, ma uno spazio vuoto in cui nessuno ci imponga niente. Lo chiamiamo anche tempo libero, cioè tempo dotato di libertà, a differenza di quello dedicato al lavoro, il tempo dell’obbligo, della produzione, dello 'schiavo'. Trovo inadeguati questi nomi, soprattutto per un cristiano. 
Il cristiano è figlio di Dio, e figlio – in latino liber – è libero, sempre. Il mio tempo libero è sia quando insegno, sia quando faccio un bagno al mare, quando compilo un noioso registro e quando prendo il sole con la brezza che mi accarezza la pelle, perché sono sempre figlio, sotto lo sguardo di Dio che mi dona tutto quello che sono, faccio e ho.