“Rinsavite!”, nessuna bomba è intelligente e le persone non sono “effetti collaterali”!. E’ la supplica del vescovo di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, all’annuncio che anche l’Italia bombarderà la Libia. C’è più politica nelle sue dichiarazioni che nelle stanze dei governi europei. Concetto analogo esprimeva giorni fa il card. Tettamanzi: “Perché ci sono gli uomini che fanno la guerra, ma non vogliono si definiscano come ‘guerra’ le loro decisioni, le scelte e le azioni violente?”.
Che paradosso ricordare il 25 aprile, la fine di una guerra, con la continuazione aggravata di un’altra guerra!
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La via della mediazione, e non quella dei bombardamenti, può promuovere un’autentica pace in Libia. Diversi Paesi hanno espresso la loro contrarietà ad operazioni militari nel territorio libico. E’ quanto sottolinea mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, intervistato da Amedeo Lomonaco per la radio vaticana
Ascolta l'intervista (audio mp3)
... Il vicario apostolico di Tripoli ribadisce la propria amarezza per il fatto che non si voglia trovare una via pacifica alla risoluzione della crisi: “le Nazioni Unite hanno deciso di fare la guerra e non ammettono più il dialogo come mezzo per risolvere le controversie. Tutti vogliono continuare a perseguire la soluzione delle bombe. È una cosa triste, terribile, anche perché non cambierà niente. È una sconfitta per l’umanità”...
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Misurata dimostra ancora una volta la vera faccia della guerra. I civili e il personale umanitario sono privi di qualunque protezione. EMERGENCY chiede all'ONU di negoziare un cessate il fuoco e garantire un corridoio umanitario per soccorrere la popolazione civile.
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